Attualità

Dirigenti medici dell'Asufc sul piede di guerra

Ieri si è svolta l'assemblea generale indetta dalla federazione Cimo-Femsed, con Fassid, Uil, Fvm e Fvm con 60 dirigenti per 40 reparti

Medici

La maggioranza delle organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria si sono riunite nella giornata di ieri, lunedì 12 dicembre, a Udine: all'assemblea si sono presentati in delegazione uno o due medici per reparto, rappresentando tutti i chirurghi nelle varie specialità e gli internisti del Santa Maria della Misericordia, reumatologia, fisiatria,psicologia e psichiatria dei vari servizi territoriali, radiologia, anatomopatologia, microbiologia,  farmacisti, pediatria, ginecologia, otorinolaringoiatria, veterinaria, ma anche la formazione e i consultori territoriali. Una delegazione è giunta da Palmanova e hanno partecipato numerosi primari. 

Le problematiche emerse

Giulio Andolfato per la Federazione Cimo Fesmed ha riassunto la situazione del lavoro in Asufc, definita "la più arretrata della Regione, non avendo ancora provveduto a distribuire gli incarichi professionali né tanto meno a fornire lo stato di fatto alle organizzazioni sindacali per avviarne la discussione". Il risultato? Secondo Andolfato è che "solo per il 2022 sono avanzati più di cinque milioni di euro per conferire gli incarichi e la direzione, dopo undici anni, non è ancora in grado di distribuire le promozioni con colleghi che dopo venti anni sono ancora al minimo salariale". Luca Sforza, delegato della Uil, ha spiegato che "tale danno non è solamente sulla busta mensile, ma si ripercuote anche sulla pensione, rendendo le pensioni dei medici che lavorano in Asufc più basse dei parigrado del Veneto o di altre Asl regionali, anche di centinaia di euro". Andolfato ha poi denunciato la mancata applicazione del regolamento sugli orari di servizio, firmato nel maggio 2022, ad applicazione del contratto nazionale già scaduto nel 2019. "Tale mancanza è grave perché obbliga al lavoro straordinario senza possibilità di rivendicare il pagamento delle ore, oltre alla disorganizzazione che comporta l'assenza di programmazione delle attività". Ivan Jacob, rappresentante del Fassid, che raggruppa radiologi, psicologi, e farmacisti, ha spiegato come nel territorio la solitudine degli operatori si fa sentire di più in assenza di programmazione e che anche loro non hanno visto alcuna progressione di carriera da anni, essendo tutti al minimo storico. Durante i lavori è emersa anche un'altra problematica, definita "emorragia di radiologi", che "mal pagati e costretti a turni pesanti, preferiscono licenziarsi ed andare a lavorare presso i privati, dove sono richiestissimi, non fanno notti e sono ben pagati". 

L'assemblea ha quindi deliberato, all'unanimità: 

- di non firmare i fondi 2022 sino a loro corretta distribuzione ed utilizzo 

- di dare mandato ai rappresentanti sindacali per un incontro presso il Giudice del lavoro di Udine 

- di chiedere alla presidenza della Regione Fvg una interlocuzione al fine di sbloccare la situazione in Asufc

- se la situazione dovesse perdurare, sono stati prospettati da molti in assemblea il blocco delle sale operatorie o degli ambulatori, e l'interruzione delle relazioni sindacali con la dirigenza strategica aziendale. 


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