Cronaca

#365giornisenzaGiulio, fiaccole accese a Fiumicello e in tutta Italia

I lumini si accenderanno in decine di città alle 19.41, l'ora in cui Giulio Regeni scomparve. La telefonata del premier Gentiloni, le parole del sindaco Scridel e l'appello dei genitori del ricercatore universitario

Oggi 25 gennaio 2017, siamo esattamente ad un anno trascorso dalla scomparsa di Giulio Regeni, il ricercatore friulano di Fiumicello trovato morto il 4 febbraio al Cairo, ucciso brutalmente dopo essere stato torturato. Dopo tanti appelli e un'enorme e masssiccia eco mediatico sul caso, i riflettori non si spengono nella speranza si faccia luce sulla vicenda e si dica la verità su chi lo ha ucciso e su chi siano i veri mandanti. Oggi ci saranno diverse manifestazioni alla sua memoria in tutta Italia, la principale in Friuli Venezia Giulia sarà, ovviamente, a Fiumicello. A Trieste la sede della Giunta regionale sarà illuminata di giallo. Dalla manifestazione nazionale che si sta svolgendo in queste ore a Roma all'Università La Sapienza, alle fiaccole che si accenderanno in decine di città alle 19.41, l'ora in cui Giulio Regeni  uscì dalla sua abitazione al Cairo, prima della scomparsa. La giornata di mobilitazione ha come nome l'hashtag #365giornisenzaGiulio . 

FIUMICELLO:  Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, in un'intervista pubblicata due giorni fa su Il Piccolo di Trieste, hanno annunciato la loro partecipazione al momento di raccoglimento in programma questa sera a Fiumicello. Con un saluto all'iniziativa di Amnesty a Roma, i coniugi Regeni hanno inoltre affermato di attendere dalle indagini "più che serenità, giustizia verso Giulio per la persona che rappresentava". "Quanto è emerso nel tempo grazie alla biografia di Giulio - hanno aggiunto -, è la sua forza e disponibilità umana verso gli altri. La sua costante e incessante ricerca di dialogo e confronto, con se stesso e con gli altri e la sua competenza e onestà. Sappiamo essere pazienti ma siamo inarrestabili: vogliamo la verità e la vogliamo tutta. E' stato necessario, doveroso, importante e fruttuoso il richiamo dell'ambasciatore dall'Egitto". 

E proprio questa mattina il premier Paolo Gentiloni ha contattato i genitori di Giulio, per esprimere la vicinanza del governo e fiducia nel lavoro che sta facendo la magistratura italiana, auspicando ulteriori passi avanti sulla via dell'accertamento della verità.

Il sindaco di Fiumicello, Ennio Scridel ieri ha scritto queste righe in merito all'anniversario: 

Il 25 gennaio saranno esattamente 365 giorni dalla scomparsa di Giulio.Da quel momento la vita della comunità di Fiumicello è cambiata. Noi, amici, conoscenti e persone comuni, tenevamo accesa la sola cosa a cui aggrapparci: la speranza. La speranza di ricevere un messaggio: “Tutto a posto, lo abbiamo trovato”. Invece il silenzio ci rendeva impotenti difronte al male del mondo. I giorni si susseguivano tra la ricerca di una risposta e le mille domande poste da genti di ogni parte del mondo. Furono nove giorni d’inferno, in cui il paese si chiuse in se stesso e nel dolore riconobbe la propria identità. Tutto questo grazie ad un ragazzo fantastico, la cui bellezza stava proprio nell’essere semplice, una persona comune, uno di noi. Oggi abbiamo ancora le bandiere a lutto, perché non solo ci hanno tolto la speranza di riabbracciarlo, ma perché ci hanno privato di conoscere le ragioni di sì tanta crudeltà. La comunità di Fiumicello non è più quella di prima, ha in sé un compito: quello di dover testimoniare la tutela di valori universali. È per questo che il 25 gennaio ci ritroveremo tutti insieme in silenzio, con un lumino acceso. Perché i nostri lumini, tutti assieme, rappresentano un incendio, le fiamme della voglia di verità, il fuoco che arde dentro l’anima di ogni uomo semplice e comune. E i nostri lumini non si spegneranno nemmeno al terminare delle candele, ma continueranno a brillare, grazie a Giulio e grazie a quell’identità che ci ha svelato.

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia ha lanciato il suo appello a 'La Repubblica': "E' necessario non abbandonare Giulio e la ricerca della verità. Ci troviamo di fronte al rischio che, dopo mesi di depistaggi e insabbiamenti, ci si possa accontentare di una verità di comodo che chiuda la vicenda e favorisca il ripristino di normali relazioni tra Italia ed Egitto". 


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