Cronaca

14 luoghi dimenticati da valorizzare per rilanciare Udine, la nostra classifica

Come rilanciare la città? Forse attraverso progetti che prevedano il ripristino e le riconversioni di alcuni immobili simbolo del capoluogo friulano. Sono molto spesso edifici storici, di pregio, molto spesso caratterizzati da metrature generose e posizionati in zone strategiche; ma quasi tutti giacciono in stato di abbandono o di oblio, privi di funzione e di senso nel contesto dell'area urbana

Udine - Immagine di Fabio Pappalettera

Come rilanciare Udine? L'idea potrebbe essere quella di partire dal recupero degli immobili-simbolo dimenticati. Fra non molto in città si vivranno tre importanti battaglie elettorali: le comunali, le regionali e le politiche. È indubbio che nei vari programmi sarà d'obbligo inserire delle idee per il recupero e la riconversione di alcuni immobili simbolo. Per questo motivo la nostra testata ha voluto redigere una sua personale classifica, utile per ripensare a nuovi progetti politici, sociali, economici e, perché no, di accoglienza che potrebbe vivere la città. La classificazione degli immobili (inseriti in ordine decrescente dalla 14^ posizione alla 1^) è stata stilata seguendo quattro aspetti fondamentali: il valore affettivo, quello patrimoniale, la fattiva possibilità di riconversione e la posizione degli stessi.

14^posizione: Ex sede legale di SSM (Sistema Sosta e Mobilità S.p.A) posto in via Caneva, a lato del Teatro Nuovo Giovanni da Udine. E' un immobile privato con parco, attualmente in vendita dopo il trasferimento degli uffici della società partecipata dal Comune di Udine in piazza Primo Maggio avvenuto lo scorso 14 settembre 2016. Ottima posizione, immobile in perfette condizioni. 

13^posizione: Ex sede Insiel di via Umago, precedentemente sede della Direzione Sip, poi Telecom Italia. E' un palazzo di proprietà privata di notevole pregio, costruito fra il 1988-1990 da Adalberto Burelli in via Umago con lo Studio Conti e Associati . Attualmente è disabitato e in cerca di un nuovo ruolo dopo che Insiel, visti i costi di gestione e affitto, ha preferito traslocare altrove a luglio 2016 spostandosi nelle due sedi di via del Cotonificio e via IV Novembre 60, a Feletto Umberto. Costato all'epoca 5 miliardi di lire, l’edificio ospita uffici, autorimesse, un archivio, una sala riunioni e ha il piano terreno porticato.  Elegante, mastodontico e pronto all'uso.

12^posizione: Ex Palazzo della Regione di via San Francesco. Ne abbiamo parlato recentemente visto che dovrebbe essere destinato a breve in concessione gratuita per alcuni nuovi uffici di Insiel. Il condizionale è d'obbligo viste le storie che seguirete scorrendo la classifica. Se tutto andrà per il meglio Insiel si accollerà le spese di manutenzione straordinaria. I lavori di riqualificazione non saranno inferiori ai due anni. Ottimo affare da ufficializzare!

11^posizione: Ex stabilimento produttivo della Coca Cola di viale Palmanova. Recentemente abbiamo raccontato di un ipotesi accreditata sulla sua probabile futura riconversione. La zona diventerà un nuovo polo commerciale con una superficie di vendita di 1.500 metri quadri su 6 mila di superficie. Il piano di recupero prevede circa 20 milioni di euro di investimento. Si ristruttureranno solo due degli edifici attualmente esistenti, mentre i restanti verranno demoliti. Nel complesso sorgeranno un ristorante self-service, alcuni negozi di casalinghi, dei parcheggi, degli spazi verdi e una ciclabile che connetterà Cussignacco alla città. Se ne parla da anni e forse siamo al dunque. Importante la costruzione della rotonda che ne seguirà fra viale Palmanova e via del Partidor. Buon affare. 

10^posizione: Ex Campeggio Italia '90, posto a confine con il comune di Pasian di Prato. Fu costruito sul Cormôr per ospitare i tifosi in arrivo per il Mondiale di Calcio. Non fu mai inaugurato. Vera e propria cattedrale nel deserto e simbolo dello spreco denaro pubblico. Costato all’epoca circa tre miliardi e mezzo di lire, l’impianto progettato dall’architetto Aldo Bernardis si estende su un’area di 27 mila metri quadrati e disporrebbe di oltre 136 piazzole di sosta e di tre edifici di servizio. Nel 2012 si era prospettata la sua riapertura con il Comune di Udine che ha dato in gestione la struttura con un bando di gara trentennale. Si volevano adibire gli spazi anche in area attrezzata per camperisti (necessità ancora viva oggi) e per l'accoglienza di chi arriva da fuori regione e dall’estero. L'edificio - in stato di abbandono da 27 anni - non risponde alle norme di sicurezza e necessita di un collegamento alla rete fognaria. Nel 2015 si era giunti ad un'intesa di massima fra il Cafc, il Comune di Pasian di Prato e quello di Udine per risolvere l'annoso problema, ma nulla è stato risolto e la società che si è aggiudicata la gestione non ha quindi mosso un dito. Che dire? Un'area fantasma che non ha altre grandi prospettive. Se il problema è solo la fognatura, beh, forse è un problema più che superabile rimettendoci qualche soldo.

09^posizione: Ex Caserma Piave. Area di 22 mila metri quadrati in via Catania, una laterale di via Lumignacco. Nel 2009 era stato sottoscritto un accordo con l’Ass 4 Medio Friuli e la Fondazione Morpurgo Hofmann, per il quale il Comune cedeva gratuitamente l’area per la realizzazione di un Hospice (ovvero un centro per le cure palliative) e di un secondo polo sanitario. Questo, unito alle attività del Gervasutta e del centro per disabili gravi e gravissimi, doveva trasformare il plesso in un’area dedicata interamente alla riabilitazione. Nulla di tutto questo è stato mai realizzato e la zona, prima di essere sigillata, è stata per diversi anni rifugio di senzatetto e punkabbestia. L'edificio è fatiscente e in pessime condizioni. L'idea di fondo prospettata qualche anno fa, era comunque ottima. 

08^posizione: Ex Caserma Gerolamo Savorgnan ed ex sede del Circolo ufficiali. A fianco del cuore di Udine, in via Aquileia, è ancora di proprietà demaniale. Per l'immobile si era prospettato il trasloco all'interno dell'Archivio di Stato, con il trasferimento di tutto il patrimonio documentale a rischio ancora conservato nella sede di via Urbanis. La sede dell'Archivio di Stato, di proprietà della Provincia, non è a norma ed è pericolante. Per lo spostamento si attende da anni "solo" l'avvallo del Ministero della Difesa: a luglio 2016 il Demanio Civile comunicò formalmente ai Beni Culturali e all’Archivio di Stato la consegna dell’ex caserma Savorgnan con la formula del prestito; l'istituto di via Urbanis risulta però ancora in attesa della docuentazione del Gabinetto del Ministero della Difesa. Dai grandi balli degli ufficiali, ai grandi balli degli uffici ministeriali. Edificio con ottima posizione e dalle metrature generose. È presente anche un grande piazzale interno. Sarà il prossimo parcheggio a pagamento? 

07^posizione: Ex stabilimento Birreria Dormisch di via Micesio. Siamo a due passi dal centro, tra il centro studi, porta Villalta e piazzale Cavedalis. Assieme alla contendente Moretti, la Dormisch aveva reso Udine per quasi un secolo la “città della birra e del ghiaccio”. Lo stabilimento fu fondato alla fine del 1800 sulle sponde del Ledra, che veniva sfruttato per creare energia. La fabbrica è dismessa da 29 anni e un incendio nel 1999 mise in serie rischio l'esistenza dell'edificio. Negli anni si è pensato più volte ad un suo recupero, con diverse soluzioni: doveva essere un centro studi con un parcheggio da 400 posti sotterranei, poi una sala Bingo, un cinema multisala, un’area congressi, una catena di negozi, una serie di villette a schiera, un polo per uffici o un centro polifunzionale. Nel 2006 la proprietà dell'area è passata dalla famiglia Masotti alla Friulveneta costruzioni di Sacile. Quest'ultima non è mai riuscita a portare a compimento il progetto del 2009, che voleva trasformare l'enorme e spettrale edificio in mega centro polifunzionale.  

06^posizione: Ex Caserma Duodo ed ex Distretto militare, fra viale Ungheria e via Ellero. L'immobile è passato nel 2008 dalla Regione alla Provincia. Ora, con l'ultima riforma, la Regione se la riprenderà. La sua superficie è di circa 6500 metri quadrati. Nel 2013 l'Ente intermedio aveva prospettato di farne una “cittadella”, con un’operazione poi saltata da 40 milioni che prevedeva anche una mensa, un asilo e due parcheggi sotterranei da circa 300 posti.

05^posizione: Ex Frigorifero - Macello - Canile - ed ex sede della Croce Rossa Italiana di via Sabbadini. È innegabile che molto si stia già facendo. È notizia di questi giorni che dopo più di 20 anni nel complesso dell’ex macello ha riaperto il museo di Storia naturale con una biblioteca, una sezione didattica e un padiglione espositivo. Completato il primo lotto per quello che riguarda il secondo, molto più vasto, si spera di progettarlo e metterlo a bando entro l'anno. L'area è vasta e comprende, oltre al parco interno, immobili che vanno ancora ripensati unitamente al percorso intrapreso. Se l'operazione di riqualificazione dovesse essere completata, potrebbe segnare (assieme all'immobile posto al punto 1 di questa classifica) un vero trampolino di lancio per il quartiere.

04^ Gli ex Cinematografi. Al quarto posto li inseriamo tutti, nessuno escluso. Anche se l'ordine di importanza vede ovviamente l'ex Cinema Odeon, per posizione e pregio, davanti a tutti. Ne avevamo anche già parlato qualche anno fa durante una nostra visita. All'edificio Liberty di via Gorghi seguono a ruota tutti gli altri: il Cristallo di piazzale Cella, l'Ariston di via Aquileia, il Capitol di piazzale Osoppo, il Puccini di via Savorgnana e l'ex cinema del Dopo Lavoro Ferroviario di Via Cernaia, 2. Cosa farne? Citiamo solo alcuni esempi. In molte parti del mondo i cinema sono stati riconvertiti in biblioteche, librerie, musei, sale da ballo e teatri.

03^posizione: Palazzo Antonini. Ex sede della Banca d'Italia per oltre un secolo. L’edificio storico posto in via Petracco al civico 8 è chiamato anche “Casa Grande”. Il valore è stimato in soli 7,4 milioni di euro. Ha cinque piani e 3 mila metri quadrati di superficie considerando anche il parco monumentale che si affaccia su piazza Primo maggio. Lambito dalla roggia, è uno dei patrimoni inestimabili della nostra città, forse il palazzo più illustre. Fu progettato dal massimo architetto veneto di tutti i tempi, Andrea Palladio. I disegni delle piante e del prospetto del palazzo udinese furono realizzati e pubblicati dallo stesso Palladio ne “I quattro libri dell’architettura” del 1570. Il salone d’onore interno è decorato in modo fastoso da stucchi settecenteschi e da affreschi. Nel parco degli Antonini è presente una grande sequoia californiana, alta oltre venti metri, piantata all’epoca dell’Unità, uno dei primi esempi in Italia. Un gioiello tenuto chiuso in uno scrigno, che senso ha se non lo si mette mai in mostra (a parte per le giornate del Fai)?

02^posizione: Ex Upim tra Piazza Belloni, Via Cavour e Via Savorgnana. Di proprietà della Rizzani de Eccher. Giusto un anno fa era stata annunciata la notizia di una svolta per il palazzo sorto sulle spoglie del vecchio e rimpianto cinema Eden, demolito in maniera sciagurata nel 1958. Visti i vari vincoli estetico-architettonici della zona, si parlava di una ristrutturazione completa per trasformarlo in residence. L'investimento previsto era di 20 milioni di euro. Poi non si è saputo più nulla. Lo inseriamo al secondo posto in cima alla lista perché vedere questo palazzone vuoto, a pochi metri da piazza della Libertà, è come avere un spillo negli occhi. 

01^posizione: Ex acciaieria Safau di proprietà dal 2009 della Rizzani de Eccher. È il grande sito industriale posizionato fra via Milazzo e via Calatafimi, alle porte del centro storico di Udine. La fabbrica fu dismessa 39 anni fa ed era stata costruita vicino alla stazione ferroviaria per ovvie necessità di trasporto. Da decenni si attende la sua completa bonifica (l'ultima era stata annunciata 4 anni fa) e per anni è stato luogo di "prima accoglienza" per i migranti in cerca di rifugio. Solo l'intervento di bonifica dovrebbe aggirarsi intorno ai  4 milioni di euro. Area immensa per non essere al centro dell'attenzione di cittadini, amministratori e investitori. Con un'opera di edilizia intelligente Udine sud potrebbe rinascere. Asso nella manica per chiunque voglia puntare a vincere le prossime comunali. Da quel quartiere nascerà il futuro della città. Noi ne siamo convinti!


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