Cronaca

Al via lavori di sistemazione per mezzo milione di euro su torrenti e canali del Friuli

Stagione invernale/primaverile 2017/18: il Consorzio di Bonifica Pianura Friulana eseguirà importanti interventi idraulici a Manzano, Cividale, Martignacco e Trivignano

Continua l’attività sul territorio del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana: tre gli importanti interventi nel settore idraulico che saranno avviati entro la fine dell’anno e l’inizio 2018, per un costo totale di mezzo milione di euro. Nel comune di Martignacco l’intervento urgente di Protezione Civile riguarda la sistemazione idraulica del torrente Lavia, a salvaguardia dei centri abitati dagli allagamenti; redatto dall’Ufficio Tecnico consortile a firma dell’ing. Massimo Canali, direttore dell’ente, il progetto definitivo-esecutivo del costo di 100mila euro è stato validato dal responsabile del procedimento, ing. Stefano Bongiovanni. Nei comuni di Moimacco e Cividale del Friuli i lavori di sistemazione idraulica riguardano rio Uintia e rio Chiarò di S. Elena, assieme ai fossi e i canali di sgrondo, per un importo di 220mila euro, redatto sempre dall’Ufficio Tecnico consortile a firma dell’ing. Michele Cicuttin, cosi come a Manzano e a Trivignano, dove partirà la manutenzione ordinaria del rio Manganizza, per un importo di 275mila euro.

 Gli inteventi

Il Rio Manganizza a Manzano sarà interessato dal taglio della vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea, rovi, arbusti ed erbe infestanti, sia sul fondo che sulle scarpate interne del rio (tale proliferazione vegetativa intralcia infatti notevolmente il regolare deflusso delle portate, con conseguenti fenomeni esondativi) e dalla rimozione del materiale roccioso o terroso, che  provoca una riduzione della sezione idraulica del rio,  con conseguente rischio di esondazione soprattutto in occasione di fenomeni meteorologici di una certa importanza.

Anche nel Cividalese sarà tagliata la vegetazione presente sul fondo e sulle sponde dei rii e rimosso il materiale roccioso o terroso presente in alveo. Lungo la S.P. n.25 di Moimacco saranno realizzati muri di testa e rivestimento in calcestruzzo in corrispondenza delle estremità di alcuni accessi carrai preesistenti, Ripristinate alcune tratte di fossati coperti nel tempo dai proprietari frontisti, così come lungo la strada comunale che porta ai casali Chiasalp. Lungo i fossi adiacenti alla pista ciclabile e lungo la strada argine costruita a difesa dell’abitato di Bottenicco, e nel fosso adiacente, verrà tagliata la vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea. Nell’argine sinistro del rio Uintia, nella tratta compresa tra lo scarico del fosso Braiduzza e la biforcazione, sarà ripristinato l’argine danneggiato in più punti dalle frequenti esondazioni verificatisi in questi ultimi anni mediante il riporto del materiale proveniente dalla rimozione del materiale litoide, limoso o terroso presente lungo i corsi d’acqua.

A seguito degli eventi alluvionali che durante il 2014 hanno colpito gran parte della zona pedecollinare del Friuli orientale e in particolare il comune di Martignacco, si sono verificati allagamenti sempre più frequenti. Alcuni corsi d’acqua che attraversano il Comune (in particolare il torrente Lavia, il rio Volpe e lo scolo Tampognacco) negli ultimi anni si sono viste ridurre notevolmente le loro sezioni idrauliche a causa della presenza sul fondo di materiale depositatosi durante i fenomeni alluvionali. La riduzione della sezione idraulica ha come conseguenza una riduzione delle portate e, in coincidenza di abbondanti precipitazioni concentrate in un breve lasso di tempo, succede che i corsi d’acqua esondino e vadano ad allagare le aree circostanti su cui esistono insediamenti abitativi e diverse attività produttive. Sarà quindi ripristinata la funzionalità idraulica del torrente Lavia e tagliata la vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea; in sommità la rimozione interessa esemplari di specie arboree alloctone (non di pregio) e conservazione di quelle autoctone (di pregio). Idem per lo scolo Tampognacco. Nuovo argine in terra, invece, per Rio Volpe, lungo una falla della lunghezza di circa 30 metri.

Gli interventi a Martignacco

Gli interventi a Cividale del Friuli

Gli interventi a Manzano

Gli interventi a Martignacco

Lavia di Martignacco: ha origine in località Modotto nel comune di Moruzzo, ricevute le acque di “aghedi cjarin” e di “aghe plevane” attraversa la borgata denominata Casali Zanor per poi ricevere le acque del rio Coranzano o Coronzano e raggiungere l’abitato di Martignacco dove, nei pressi della chiesa parrocchiale, vi confluisce il rio Volpe.

A sud di Martignacco sottopassa la S.S. n. 464 “di Spilimbergo” e, a mezzo di un ponte canale della larghezza di m. 6,70 con muri alti m. 1,16, oltrepassa il canale Ledra, a valle presenta una pendenza del sei per mille con sponde naturali in rilevato ma con una sezione minore.
A Nogaredo di Prato, nei pressi della chiesa di San Martino, scorre per circa m. 250 in sezione rettangolare, sottopassa la S.P. n. 60 “di Flaibano” a nord-est di Colloredo di Prato e ad Est del centro abitato la S.P. n. 52 “di Sedegliano” e termina il suo percorso nel bacino di laminazione delle piene realizzato a nord-wst di Bressa con il progetto “Interventi di sistemazione del torrente Lavia”.

RIO VOLPE: è un corso d’acqua di modesta entità e di portate temporanee della lunghezza di circa 4 km, nasce in comune di Moruzzo in una zona paludosa e boscata che porta lo stesso nome,attraversa l’ultimo lembo a est del territorio Fagagnese e, dopo aver superato il “poggio Stringher”, scende tra una selva d’alberi di più specie, giunto nell’abitato di Martignacco il Rio Volpe va a confluire, con una sezione canalizzata nel torrente Lavia nei pressi della chiesa parrocchiale. Per quanto riguarda i pericoli di esondazioni, visto che il rio Volpe ha contribuito non poco a rendere pericoloso il corso del lavia di Martignacco in occasione delle piene, a monte del centro abitato di Martignacco è stato realizzato in sponda destra un apposito manufatto sfioratore che riversa le portate in eccesso del rio Volpe in un fosso all’uopo realizzato che le scarica poi nel fosso Tampognacco a monte della S.S. n. 464 “di Spilimbergo”. Con tale intervento la portata di massima piena del predetto rio stimata in circa 11 mc/sec., viene ridotta a 3 mc./sec. alleggerendo considerevolmente la portata del Lavia a valle della confluenza.

SCOLO TAMPOGNACCO: Tampognacco ha origine nei pressi dell’omonima località a Sud-Est di Moruzzo, dopo aver lambito Ciconicco, il fosso Tampognacco sottopassa la S.S. n. 464 “di Spilimbergo” a monte della quale in sponda sinistra confluiscono le portate in eccesso del rio Volpe captate con le modalità descritte al punto 3.2, a circa metà distanza tra Ciconicco e Martignacco, a mezzo di un ponte canale delle dimensioni di m. 7,80x1,80h, attraversa il canale Ledra in località Molino Nuovo. Il fosso Tampognacco trova termine nelle casse di espansione all’uopo realizzate con progetto “Interventi per la sistemazione idrogeologica del rio Tampognacco” nel territorio dei comuni di Fagagna, Moruzzo e Martignacco” redatto dallo Studio Tecnico D’Orlando – ing. Gerussi di Udine. Ente delegato comune di Fagagna.

Le problematiche riscontrate

A seguito degli eventi alluvionali che durante il 2014 hanno colpito gran parte della zona pedecollinare del Friuli orientale e in particolare il comune di Martignacco, si sono verificati allagamenti sempre più frequenti. I periodici allagamenti sono causati dal fatto che alcuni corsi d’acqua che attraversano il Comune (in particolare il torrente Lavia, il rio Volpe e lo scolo Tampognacco), negli ultimi anni si sono viste ridurre notevolmente le loro sezioni idrauliche a causa della presenza sul fondo di materiale depositatosi durante i fenomeni alluvionali. La riduzione della sezione idraulica ha come conseguenza una riduzione delle portate e, in coincidenza di abbondanti precipitazioni concentrate in un breve lasso di tempo, succede che i corsi d’acqua sopracitati esondino e vadano ad allagare le aree circostanti su cui esistono insediamenti abitativi e diverse attività produttive. In particolare:

TORRENTE LAVIA A MARTIGNACCO: a seguito degli eventi alluvionali del 2014, il comune di Martignacco ha segnalato all’allora Consorzio di Bonifica Ledra Tagliamento, ora Consorzio di Bonifica Pianura Friulana, il verificarsi di esondazioni lungo il torrente Lavia soprattutto nella tratta interna al centro abitato che va dal ponte sulla strada via Borgo Nobile e il ponte sulla S.S. n° 464 “di Spilimbergo”. Tali esondazioni si sono verificate lungo questa tratta per i seguenti motivi: riduzione della sezione idraulica del torrente dovuta al continuo deposito di materiale litoide 
trasportato durante gli eventi alluvionali di cui sopra; altezza insufficiente dell’argine destro del torrente a monte del ponte sulla S.S. n° 464 “di 
Spilimbergo”; fenomeni di erosione al piede dei manufatti realizzati lungo questa tratta 
con precedenti interventi che ne compromettono la stabilità (muro di sostegno in calcestruzzo esistente in sponda sinistra a monte della S.S. n° 464).

TORRENTE LAVIA A NOGAREDO: appena a monte della tratta rivestita che attraversa l’abitato di Nogaredo, in sponda sinistra esiste, a ridosso del torrente, un fabbricato (mappale 263) che viene costantemente allagato durante gli eventi alluvionali a causa di un avvallamento presente lungo l’argine sinistro appena a monte dello stesso fabbricato, avvallamento che dovrà essere opportunamente tamponato.

RIO VOLPE: lungo il rio Volpe, la cui sistemazione idraulica complessiva sarà oggetto di una successiva richiesta di finanziamento, circa 200 metri a monte del manufatto di sfioro realizzato per scaricare le portate in eccesso nello scolo Tampognacco, durante gli eventi alluvionali del 2014 per ben 3 volte nello stesso punto l’argine destro del rio è stato sfondato per una lunghezza di circa 30,00 m., il comune di Martignacco è intervenuto immediatamente con sacchetti di sabbia che hanno provvisoriamente tamponato il fenomeno, ma che ora dovranno essere sostituite da interventi radicali e definitivi.

SCOLO TAMPOGNACCO: lungo la tratta dello scolo Tampognacco, che va dal ponte sulla S.S. n. 464 “di Spilimbergo” fino alla tratta sistemata a valle del ponte canale sul Ledra, oltre alla riduzione della sezione idraulica dello scolo dovuta al continuo deposito di materiale litoide trasportato durante gli eventi alluvionali, ci troviamo di fronte a una crescita incontrollata di vegetazione spontanea sia sul letto che sulle sponde, vegetazione che rallenta notevolmente il deflusso delle portate. Alla luce del fatto che a seguito della realizzazione del canale scolmatore che scarica le portate in eccesso del rio Volpe nello scolo Tampognacco quest’ultimo viene interessato da una maggiore portata di circa 8 mc/sec.. si ritiene urgente un intervento di pulizia e ricalibratura dello stesso.
In corrispondenza alla prima curva a valle dell’attraversamento del canale Ledra, a causa dell’eccessiva pendenza e della ridotta sezione idraulica, si sono verificate erosioni del fondo e della sponda sinistra che hanno messo a repentaglio la stabilità dell’esistente scogliera che necessita di urgenti opere di manutenzione e consolidamento.

Tipologia dell’intervento e caratteristiche delle opere

TORRENTE LAVIA A MARTIGNACCO: per ridurre la possibilità di esondazioni lungo la tratta interna al centro abitato che va da monte del ponte sulla strada via Borgo Nobile a valle del ponte sulla S.S. n° 464 “di Spilimbergo” si interviene con: il ripristino della funzionalità idraulica del torrente Lavia e ricostituzione della sezione utile, eseguita mediante il taglio della vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea compresi rovi, arbusti ed erbe infestanti, presente sul fondo e sulle scarpate interne dei corsi d'acqua; il taglio selettivo della vegetazione arborea presente in sommità, con rimozione degli esemplari di specie arboree alloctone (non di pregio) e conservazione degli esemplari di specie arboree autoctone (di pregio). Il taglio si prefigge il mantenimento degli esemplari arborei di età significativa e di interesse. Ad intervento ultimato deve rimanere almeno un filare di piante opportunamente distanziate tra loro, senza tratti di corso d’acqua con assenza di vegetazione arborea; la sramatura della vegetazione arborea esistente sulle banchine per la parte insistente sulla proiezione dell'alveo e delle sponde; il decespugliamento boschivo per la realizzazione di varchi di accesso all'alveo; scavo, carico, trasporto e scarico, eseguito con mezzi meccanici, del materiale terroso, limoso o ghiaioso risultante dalla riprofilatura del fondo e delle scarpate del torrente, secondo il profilo e le sezioni di progetto; innalzamento dell’argine destro del torrente a monte del ponte sulla S.S. n° 464 “di Spilimbergo” mediante la fornitura e posa in opera di terreno vegetale con successiva idrosemina.

TORRENTE LAVIA A NOGAREDO: l’intervento da realizzare in sponda sinistra a monte della tratta rivestita che attraversa l’abitato di Nogaredo, a nord del fabbricato (mappale 263) consiste nel consolidamento del muro in pietrame a secco esistente a monte del fabbricato per una lunghezza di 7 m. e il suo innalzamento fino alla quota del muro in calcestruzzo esistente a valle.

RIO VOLPE: l’intervento da realizzare in corrispondenza alla falla della lunghezza di circa 30 m. venutasi a creare lungo l’argine destro del rio Volpe 200 m. circa a monte del manufatto sfioratore consisterà nella realizzazione di un nuovo argine in terra la cui scarpata interna al rio verrà protetta da una scogliera in pietrame della lunghezza di circa 30 m., sviluppo in scarpata di 1.90 m. e spessore di 0,60 m., la parte superiore dello sviluppo in scarpata della lunghezza di 1 m. sarà realizzata con massi del peso compreso tra i 5 e i 10 quintali intasati con terreno, la parte inferiore dello sviluppo in scarpata della lunghezza di 0,90 m. (fondazione compresa) sarà realizzata con massi del peso compreso tra i 5 e i 10 quintali intasati con calcestruzzo.

SCOLO TAMPOGNACCO: il ripristino della funzionalità idraulica dello scolo Tampognacco, lungo la tratta che corre a valle dell’immissione dello scolmatore del rio Volpe, dal ponte sulla S.S. n. 464 “di Spilimbergo” fino al guado esistente in prosecuzione di via molini sul Ledra, verrà realizzata attraverso i seguenti interventi:
taglio della vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea compresi rovi, arbusti ed erbe infestanti, presente sul fondo e sulle scarpate interne dei corsi d'acqua; taglio selettivo della vegetazione arborea presente in sommità, con rimozione degli esemplari di specie arboree alloctone (non di pregio) e conservazione degli esemplari di specie arboree autoctone (di pregio). Il taglio si prefigge il mantenimento degli esemplari arborei di età significativa e di interesse.  Ad intervento ultimato deve rimanere almeno un filare di piante opportunamente distanziate tra loro, senza tratti di corso d’acqua con assenza di vegetazione arborea; rimozione o fresatura delle ceppaie esistenti sul fondo dei corsi d'acqua;
riempimento dei vuoti venutisi a creare a seguito della trinciatura o rimozione delle ceppaie presenti sul fondo di corsi d'acqua, mediante lo stendimento con mezzo meccanico del materiale litoide presente sul fondo dei corsi d'acqua; decespugliamento boschivo per la realizzazione di varchi di accesso all'alveo, il taglio della vegetazione, sia esso manuale o meccanico dovrà essere realizzato dall'interno dell'alveo; ripristino della funzionalità idraulica dello scolo Tampognacco, lungo la tratta che corre dal guado esistente in prosecuzione di via molini sul Ledra fino al guado esistente a monte delle casse di espansione con taglio della vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea; taglio selettivo della vegetazione arborea presente in sommità, con rimozione degli esemplari di specie arboree alloctone (non di pregio) e conservazione degli esemplari di specie arboree autoctone (di pregio); decespugliamento boschivo per la realizzazione di varchi di accesso all'alveo, il taglio della vegetazione, sia esso manuale o meccanico dovrà essere realizzato dall'interno dell'alveo;
carico, trasporto e scarico presso pubbliche discariche autorizzate con oneri a carico dell'impresa dei rifiuti solidi urbani rinvenuti sulle sponde e nell'alveo; in corrispondenza alla prima curva esistente a valle dell’attraversamento del canale Ledra, verrà realizzato un salto di fondo in pietrame della lunghezza di 16 m. e subito a valle, in sponda sinistra, per consolidare e sostenere l’esistente scogliera in pietrame verrà realizzata una palizzata viva lelle lunghezza di 30 m. e successiva scogliera di raccordo in pietrame della lunghezza di 10 m.

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Gli interventi a Cividale del Friuli

Gli interventi a Manzano

Gli interventi a Cividale del Friuli

Rio Uintia (fossato scolmatore della roggia di Torreano), rio Chiarò di S. Elena (primo affluente del rio Uintia), fosso Braiduzza (secondo affluente del rio Uintia che trova inizio nell’omonima località a Sud di Rubignacco), fosso Borgo di Sotto (affluente del fosso Braiduzza che trova origine, a cielo aperto nell’omonima località a sud di Rubignacco), fossi “Casali Cotterli” e “Case Pellegrinuzzi”, dei fossi “casali Chiasalp” e “via Butinjns”. Sono i corsi d’acqua interessati dall’intervento del Consorzio, che oggi necessitano di interventi di manutenzione in quanto le frequenti precipitazioni susseguitesi negli anni e le conseguenti esondazioni hanno depositato notevoli quantità di materiale all’interno dei corsi d’acqua, danneggiando soprattutto l’argine sinistro del rio Uintia e la strada argine costruita a protezione dell’abitato di Bottenicco.

Le problematiche

Rio Uintia: lungo la tratta compresa tra il manufatto di scarico della roggia di Torreano e la biforcazione esistente a monte dell’immissione nel torrente Chiarò, si è riscontrata la presenza di vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea, costituita da rovi, arbusti, erbe infestanti e canne palustri, sia sul fondo che sulle sponde del rio. Tale proliferazione vegetativa intralcia notevolmente il regolare deflusso delle portate con conseguenti fenomeni esondativi. Presente anche materiale litoide, limoso e terroso, sul fondo, sulle sponde e anche all'interno dei manufatti, siano essi ponti tombini o sifoni. Tale fenomeno, assieme alla proliferazione vegetativa, provoca una riduzione della sezione idraulica del rio che esonda in diversi punti soprattutto in occasione di fenomeni meteorologici di una certa importanza.

Rio Chiarò di S. Elena: si è riscontrata la presenza di vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea costituita da rovi, arbusti, erbe infestanti e canne palustri, sia sul fondo che sulle sponde del rio, così come di materiale litoide, limoso e terroso, sul fondo, sulle sponde e anche all'interno dei manufatti (ponti tombini o sifoni). Tale fenomeno, assieme alla proliferazione vegetativa sopracitata, provoca una riduzione della sezione idraulica del rio che esonda in diversi punti soprattutto in occasione di fenomeni meteorologici di una certa importanza. 


Fosso Braiduzza, Fosso Borgo di sotto, Fossi “casali Cotterli” e “Case Pellegrinuzzi”: anche qui presenza di vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea, e di materiale litoide, limoso e terroso. Lungo i fossi “casali Cotterli” e “case Pellegrinuzzi” si sono potute riscontrare le seguenti problematiche. Lungo la S.P. 25 di Moimacco, alcuni vecchi accessi carrai sono privi dei muri di testa e del rivestimento in calcestruzzo in corrispondenza alle loro estremità; alcune tratte di fosso sono stati coperti nel tempo dai proprietari frontisti. 


Fossi “casali Chiasalp” e “via Butinjns”: medesime problematiche dei fossi precedenti.

Fosso pista ciclabile: qui si è aggiunta la pendenza insufficiente dell’ultima tratta del fosso posto a levante della pista ciclabile, che provoca l’intasamento parziale della tubazione del diametro di 80 cm posta sotto il passo carraio esistente circa 95 m a monte dello scarico nel ramo secondario del rio Uintia.

Strada argine esistente a nord dell’abitato di Bottenicco e fosso adiacente: la strada argine costruita con i precedenti interventi a difesa dell’abitato di Bottenicco, è stata danneggiata sia dal continuo viavai dei mezzi agricoli pesanti che la percorrono sia dalle frequenti esondazioni del rio Uintia che l’hanno erosa in diversi punti soprattutto nell’ultima tratta, per questo motivo non riesce più a contenere l’acqua che scorre nel fosso a monte che la scavalca in diversi punti andando ad allagare le cantine di alcune abitazioni esistenti a valle. 


Argine sinistro del rio Uintia nella tratta compresa tra lo scarico del fosso Braiduzza e la biforcazione: risulta danneggiato in più punti sia a causa del passaggio di mezzi agricoli pesanti, sia per le frequenti esondazioni verificatesi in questi ultimi anni.

Tipologia dell’intervento e caratteristiche delle opere

Per i rii: taglio della vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea di qualsiasi diametro, compresi rovi, arbusti ed erbe infestanti presente sul fondo e sulle sponde; rimozione del materiale litoide, limoso o terroso presente in alveo, (compreso quello esistente all'interno dei manufatti, siano essi ponti tombini o sifoni) al di sopra delle livellette ottenute congiungendo le platee di fondo dei manufatti in calcestruzzo esistenti a monte e a valle delle varie tratte interessate e comunque per uno spessore non inferiore ai 20 cm. da eseguire a mano o con mezzi meccanici secondo le sagome riportate sulle sezioni tipo di progetto. Il materiale di risulta, se valutato idoneo, verrà utilizzato per la costruzione delle arginature, Il materiale eccedente e quello non idoneo alla ricollocazione in sito dovrà venire gestito a totale carico dell'impresa appaltatrice secondo le procedure della normativa "terre e rocce da scavo" in base al risultato delle analisi da effettuarsi preventivamente a carico della stazione appaltante. 


Lungo la S.P. n.25 di Moimacco: realizzazione dei muri di testa e del rivestimento in calcestruzzo in corrispondenza alle estremità di alcuni accessi carrai preesistenti. Ripristino di alcune tratte di fossati coperti nel tempo dai proprietari frontisti.

Realizzazione dei muri di testa e del rivestimento in calcestruzzo in corrispondenza alle estremità di alcuni accessi carrai preesistenti lungo la strada comunale che porta ai casali Chiasalp; ripristino di alcune tratte di fossati coperti nel tempo dai proprietari frontisti lungo la strada comunale che porta ai casali Chiasalp.


Lungo i fossi adiacenti alla pista ciclabile: taglio della vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea; rimozione e ricollocamento a una quota inferiore di 30 cm. della tubazione del diametro di 80 cm. relativa al passo carraio esistente in corrispondenza all'immissione del fosso adiacente alla pista ciclabile nel ramo secondario del rio Uintia.

Lungo la strada argine costruita a difesa dell’abitato di Bottenicco e nel fosso adiacente: taglio della vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea, rimozione del materiale litoide.

Argine sinistro del rio Uintia nella tratta compresa tra lo scarico del fosso Braiduzza e la biforcazione: ripristino dell’argine danneggiato in più punti dalle frequenti esondazioni verificatisi in questi ultimi anni, lungo la tratta sopraindicata, mediante il riporto del materiale proveniente dalla rimozione del materiale litoide, limoso o terroso presente lungo i corsi d’acqua la cui manutenzione è prevista all’interno del presente progetto.

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Gli interventi a Martignacco

Gli interventi a Manzano

Gli interventi a Manzano

Il rio Manganizza trae origine nella zona collinare in prossimità dei ronchi di Manzano che emergono dalla pianura compresa tra il torrente Torre e il fiume Natisone, poco a monte della loro confluenza. Questi rilievi assieme ai colli di Buttrio, costituiscono il lembo più occidentale della fascia collinare che si estende a est, oltre la profonda incisione dell’alveo del fiume Natisone, con i colli di Rocca Bernarda e la zona del Collio.

La parte più settentrionale di detti rilievi è drenata dal rio Rivolo, che dopo aver attraversato l’abitato di Buttrio, riceve i contributi del rio Patocco (rio della Fontana Borghese), il cui bacino è costituito dal versante sud-ovest dei ronchi di Manzano. Il rio Rivolo prosegue per un breve tratto in direzione sud fino alla confluenza con il Manganizza che si trova in prossimità della frazione Manzinello. La restante area posta più ad est dei ronchi di Manzano alimenta il rio Manganizza il quale scorre per un primo tratto tra le colline in direzione sud-est, poi piega verso ovest, alla base dei rilievi, lambendo l’abitato di Manzano. Da qui dopo gli attraversamenti della ferrovia e della S.S. Udine-Gorizia scorre modestamente inciso nella pianura fino alla confluenza con il rio Rivolo. Dopo la confluenza prosegue in direzione sud per circa 4 km, quasi parallelo all’alveo del Torrente Torre fino ad immettersi nel torrente Torre in corrispondenza della sua confluenza con il fiume Natisone.

Nel primo tratto di pianura, nel rio Manganizza si riversano le acque meteoriche raccolte dalle fognature della zona nord di Manzano e di una parte della zona industriale situata a lato della strada Statale. A valle della confluenza con il rio Rivolo, il rio Manganizza incide le campagne che costeggiano il torrente Torre, dalle quali proviene un contributo idrico di modesta entità per le caratteristiche orografiche e di permeabilità dei terreni attraversati. In questo tratto il rio riceve anche le portate meteoriche delle reti fognarie delle frazioni di Manzinello, S. Lorenzo e Soleschiano. Complessivamente la superficie del bacino imbrifero del rio Manganizza può essere stimato in circa 15 Kmq. dei quali 5 Kmq. Relativi alla zona collinare e circa 10 kmq. Relativi alla pianura. Sotto l’aspetto della piovosità la zona presenta caratteristiche comuni a quelle della pianura Udinese con valori medi annui di 1200-1400 millimetri con punte anche superiori a 2000 MM/anno.

Con gli interventi previsti nel progetto del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana si intende ripristinare le sezioni idrauliche del rio Manganizza così come erano state realizzate a seguito dell’esecuzione dei lavori previsti nel progetto di sistemazione datato 25/08/1999, mediante il taglio della vegetazione presente sul fondo e sulle sponde e mediante l’asporto del materiale depositatosi negli anni sul fondo e sulle sponde del rio.

Le problematiche riscontrate

Presenza di vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea, arbusti e erbe infestanti sia sul fondo che sulle sponde del rio; tale proliferazione vegetativa intralcia notevolmente il regolare deflusso delle portate con conseguenti fenomeni esondativi. Presenza di materiale litoide, limoso e terroso, sul fondo e sulle sponde che, assieme alla proliferazione vegetativa, provoca una riduzione della sezione idraulica del rio, il quale che rischia di esondare soprattutto in occasione di fenomeni meteorologici di una certa importanza. Materiale di scavo.

Tipologia dell’intervento e caratteristiche delle opere

Taglio della vegetazione erbacea, arbustiva ed arborea, rovi, arbusti e erbe infestanti sia sul fondo che sulle scarpate interne del rio. Rimozione del materiale litoide, limoso o terroso.

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