Cronaca

52^ edizione di Agriest: meccanizzazione, innovazione e sicurezza

Fino a domenica 29 gennaio, a Udine Fiere, con 250 espositori e una fitta agenda di convegni e incontri per illustrare le opportunità del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 e l’attività dell’ERSA. Web Marketing agroalimentare: un canale di vendita che in Italia segna percentuali ancora basse. Shaurli: "Ricerca valorizza le peculiarità Fvg"  

Ha preso il via stamane a Udine Fiere la 52^ edizione di AGRIEST che fino a domenica 29 gennaio sarà il punto di riferimento per gli operatori agricoli del Nord Est e dei paesi esteri contermini.
Nel quartiere fieristico udinese, completamente saturato dall’esposizione, sono presenti 250 espositori per presentare e i risultati dell’innovazione applicata alle macchine e alle strumentazioni
per lavorare in sicurezza, nel rispetto dell’ambiente.  La ricerca, la sperimentazione, l’innovazione di prodotto e di processo sono fondamentali per lo sviluppo dell’agricoltura in grado di salvaguardare l’uomo e l’ambiente, ma accanto a questi presupposti deve crescere anche l’innovazione culturale. Due percorsi strategici e complementari sui quali la Regione F.V.G., attraverso la Direzione centrale risorse agricole, forestali ed ittiche, ha organizzato in Fiera due convegni centrali oltre ad una serie di incontri informativi sui bandi e sulle opportunità legate al Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020.
Il primo di questi convegni è stato al centro della giornata inaugurale di AGRIEST per discutere su “Tecnologia e innovazione al servizio della sostenibilità, dell'ambiente e della biodiversità” con gli interventi di apertura da parte del Presidente di Udine e Gorizia Fiere Luisa De Marco, dell’Assessore regionale alle risorse agricole e forestali Cristiano Shaurli e di Giorgio Minute, Direttore della Federazione BCC del Fvg, main sponsor della rassegna, Moderati dal giornalista e Direttore de Il Friuli, Rossano Cattivello, si sono susseguiti gli interventi di Paolo Ceccon, Direttore dipartimento Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine, di Raffaele Testolin, Direttore dell'azienda agricola Servadei e Romeo Cuzzit della Direzione centrale risorse agricole, forestali ed ittiche. Le esperienze di successo legate alla tematica del convegno e portate ad esempio sono state illustrate dagli imprenditori delle aziende Jermann, Della Torre Valsassina e Giacomelli Carlo.

Nel secondo convegno, in agenda domani (venerdì 27) alle 11.30 in sala Bianca, si parlerà del mondo dell'agricoltura, del web e dei nuovi canali di comunicazione. Un punto di vista diverso e molto interessante di pensare al settore primario, un’occasione per mettere a fuoco anche il valore e il peso del web marketing nel settore dell’agroalimentare. Da una ricerca condotta dal Politecnico di Milano, nel 2016 l’e-commerce agroalimentare italiano è stato di 575 milioni di euro. Dato che corrisponde a meno dello 0,4’% dell’e-commerce complessivo nazionale. Negli USA, invece, oltre l’80% delle cantine vende sui canali dell’e-commerce. Circa il 10% del fatturato delle aziende italiane viene dal web, ma se parliamo di altri paesi europei come la Gran Bretagna la percentuale sale al 15. Ad aprire il dibattito sarà Silvia Bolognini, professore associato di Diritto agrario dell'Università di Udine, che parlerà di “Opportunità e rischi della vendita a distanza dei prodotti agro-alimentari”, seguita dal racconto, in veste di testimonial, dell'azienda agricola Loner, che da molti anni effettua e-commerce di prodotti ortofrutticoli. Spazio poi ad Alessandro Rubini, esperto di marketing e comunicazione, che si concentrerà su “L'approccio del marketing e lo sviluppo digitale e tecnologico a servizio delle aziende”, mentre il successivo intervento sarà a cura di Stefano Vaccari,
Direttore del Dipartimento dell'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche Agricole, alimentari e forestali, con alcune riflessioni su “Tutela della qualità e la repressione frodi dei prodotti agroalimentari: strumenti di difesa nel mondo”. Il moderatore sarà il giornalista Adriano Del Fabro, esperto del mondo agricolo e agroalimentare, mentre le conclusioni saranno affidate a Francesco Miniussi, Direttore centrale delle risorse agricole, forestali ed ittiche. 

Il focus sicurezza di AGRIEST viene sviluppato con l’UNACMA (Unione Nazionale Commercianti Macchine Agricole) e con il contributo del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Udine non solo nel convegno su “Sicurezza delle macchine agricole” in agenda sabato 28 gennaio (ore 10.00 in sala Convegni), ma anche in una serie di incontri informativi (saletta padiglione 6) sugli adempimenti previsti dal D. Lgs. 81/08 in relazione all’assetto societario delle aziende agricole; sui requisiti di sicurezza delle principali macchine agricole; sui principi di sicurezza per costruttori, venditori ed utilizzatori di macchine agricole e sulla messa a norma e revisione dei trattori agricoli.

SHAURLI: A conclusione del convegno introduttivo AgriestTech è intervenuto anche l'assessore alle Risorse agricole del Friuli, Cristiano Shaurli: "Riscoprire alcune peculiarità che possono identificare i nostri prodotti con il territorio e dare il giusto valore aggiunto alla nostra agricoltura non rappresenta una visione romantica della ricerca e del settore primario, bensì un elemento che può concorrere a far crescere ancora le potenzialità dell'agroalimentare regionale". Shaurli ha voluto evidenziare che, specialmente all'estero, la richiesta di prodotti agroalimentari, dal vino a quelli alimentari, spesso mira a privilegiare l'identità degli stessi e la loro forte identificazione con un territorio. "Siamo di fronte a cambiamenti anche culturali del mercato - ha precisato l'assessore - e il territorio è un elemento di richiamo per produrre ulteriore valore aggiunto a vantaggio degli operatori agricoli".

"Ciò vale anche e soprattutto per l'export - ha aggiunto Shaurli - perché fino a pochi anni fa si pensava semplicemente di essere troppo piccoli in termini quantitativi per esportare, mentre ora vi è una forte richiesta di qualità e unicità che una regione dotata di un settore agroalimentare come il nostro deve saper cogliere". In termini assoluti, ha richiamato l'assessore, "il valore aggiunto dell'agricoltura regionale è cresciuto del 15 per cento, l'export agroalimentare nel complesso del 35 per cento, con punte nel comparto vitivinicolo che negli ultimi cinque anni è levitato fino al 52 per cento". "Ciò - ha soggiunto Shaurli - non deve farci dimenticare che vi sono settori in forte crisi e che spesso sono proprio quelli caratterizzati da una ridotta dimensione aziendale o dall'impossibilità ad affrontare i mercati internazionali che, peraltro, sono elementi spesso correlati". Occorre dunque, per Shaurli, "che assieme alla Regione tutti i soggetti della ricerca, con gli operatori, sappiano fare, e
continuino a fare gioco di squadra per permettere la diffusione delle nuove tecnologie, dall'agricoltura di precisione alle moderne meccanizzazioni, ma anche per accompagnare e aiutare l'agricoltura del nostro territorio a ricollocarsi al centro del sistema economico, mantenendo una tendenza alla crescita dalla quale devono trarre beneficio gli agricoltori e non solo i successivi passaggi della filiera". "Certo è
- ha evidenziato l'assessore - che innovazione ed esportazione, come si è evinto anche dagli interventi al convegno odierno, sono ancora fattori ed elementi familiari solo per le aziende di una certa dimensione che possono sopportare i costi del processo innovativo".

Uno degli obiettivi, anche attraverso le misure del PSR e la costituzione di gruppi operativi dal basso, dev'essere proprio quello di allargare la domanda e la fruizione di ricerca e di innovazione anche nelle realtà medio piccole e oggi meno strutturate. Così come un obiettivo imprescindibile rimane quello di raggiungere una maggiore collaborazione, anche attraverso la creazione di filiere produttive e reti d'impresa, che permetta di affrontare le nuove sfide: dalla ricerca e innovazione, alla promozione, fino alla capacità di affrontare, con sempre maggior efficacia, i mercati internazionali. Come ha ricordato nel corso dei lavori Paolo Ceccon, del dipartimento Scienze agrarie e ambientali dell'Università di Udine, la ricerca produce effetti vantaggiosi per le aziende e consente di realizzare nuove scoperte e brevetti utili a ottimizzare il lavoro nelle campagne, nelle aziende zootecniche, nei boschi e negli allevamenti ittici. È finanziata dagli enti pubblici ma anche, come nel caso dell'ateneo friulano, sempre di più anche dai privati. Il trasferimento di tali conquiste alle aziende, come ha rilevato Raffaele Testolin, direttore dell'Azienda agricola sperimentale dell'ateneo udinese, è curato dall'Università di Udine, che ne trasmette i risultati: tra i più recenti, la coltivazione di varietà della vite resistenti, e il miglioramento delle colture del melo e del ciliegio. Colture, che fino a pochi decenni fa, aveva sottolineato Shaurli, "rappresentavano un elemento importante dell'economia rurale per zone che ora sono destinate ad altre coltivazioni".

L'implementazione degli esiti delle ricerche nel tessuto rurale, come ha evidenziato Romeo Cuzzit, della direzione regionale Risorse agricole, avviene a cura e con il sostegno della Regione attraverso il programma di sviluppo rurale, con l'Ersa, che si occupa della promozione ma anche della sperimentazione. A riprova di ciò, ad AgriestTech, salone aperto fino a domenica (29/1), sono stati attivati due punti di incontro rivolti in particolare agli operatori, ma anche agli appassionati, per poter avere un confronto diretto e non convegnistico sulle opportunità alle quali si può accedere sia in termini di aiuti pubblici che di nuove sperimentazioni in campo.


Si parla di