Cronaca

Si ribalta dal carrello elevatore, operaio muore a 38 anni

Un uomo, Marco Celant, è rimasto schiacciato durante alcune operazioni che stava effettuando con un carrello elevatore

Marco Celant, operaio di 38 anni, di Fiume Veneto (in provincia Pordenone), è morto questa mattina in seguito alle ferite riportate in un incidente sul lavoro verificatosi in un'azienda di lavorazione di alluminio, l'Anoxidall, nella zona industriale Ponte Rosso, a San Vito al Tagliamento. L'uomo, a quanto si è appreso, stava manovrando un muletto quando la macchina operatrice si è ribaltata, schiacciandolo.

La corsa in ospedale

L'operaio è stato immediatamente portato in ospedale ma i traumi riportati sono risultati troppo seri e l'uomo è deceduto poco dopo. Sul posto dell'incidente sono intervenuti i Vigili del fuoco, il personale sanitario, giunto con ambulanza e l'elisoccorso e i carabinieri, per i rilievi con i tecnici dell'Azienda sanitaria. Il macchinario e l'intera area sono stati sotto sequestro della Procura.

I sindacati

«Se non vogliamo continuare a piangere dei morti, l’unica strada è quella di investire sulla formazione, sull’intensificazione dei controlli da parte dei servizi ispettivi delle Aziende sanitarie, sulla cultura delle prevenzione, sugli interventi previsti dai protocolli sulla sicurezza firmati anche in regione, che prevedono un incremento dei rappresentanti territoriali per la sicurezza dei lavoratori, per allargare a tutte le aziende la rete della prevenzione e il rispetto delle misure antinfortunistiche». È quanto dichiara Susanna Pellegrini, responsabile delle politiche del lavoro della Cgil Fvg, esprimendo il cordoglio di tutta la segreteria regionale per il tragico infortunio che è costato la vita al 38enne operaio Marco Celant, morto questa mattina a San Vito al Tagliamento.

«Come avevamo denunciato la scorsa settimana assieme a Cisl e Uil – aggiunge – esiste la concreta percezione che questa fase di possibile ripresa economica, caratterizzata da un peggioramento generale delle condizioni di lavoro, sia accompagnata da una recrudescenza degli infortuni. Lo stiamo riscontrando a livello nazionale, l’episodio di San Vito, unito all’aumento delle denunce d’infortunio registrato in regione in questo inizio del 2021, è purtroppo la conferma che il Friuli Venezia Giulia non ne è indenne».

«Non è possibile continuare a lavorare in questo modo. Un altro operaio ha perso la vita sul lavoro, sbalzato dal carrello elevatore che stava manovrando. Un’altra morte che si doveva e si poteva evitare. Al di là della dinamica che ancora non conosciamo e delle eventuali responsabilità che saranno accertate, è evidente che siamo di fronte ancora una volta ad una tragedia che colpisce un giovane operaio e la sua famiglia, che deve interrogarci tutti se stiamo facendo abbastanza per impedire incidenti come questo. Cgil, Cisl e Uil nazionali hanno presentato una piattaforma al governo e aperto una vertenza nazionale su questo grave problema. A livello locale abbiamo chiesto alle parti sociali e alla Regione di costituire una rete per la sicurezza che moltiplichi i presidi in tutti i luoghi di lavoro, garantisca la formazione continua dei lavoratori e sanzioni le imprese che non applicano in modo rigoroso le procedure e le norma previste. A Confindustria, nello specifico, chiederemo insieme a Cisl e Uil un incontro urgente, per completare il confronto già avviato sulla costituzione strutturale di questi presidi e dei comitati aziendali per la sicurezza sul lavoro, nati per contrastare il Covid e che devono allargare la loro azione anche alla lotta contro gli infortuni e le malattie professionali. Richieste, queste, che di pari passo con quelle rivendicate nella piattaforma nazionale sosterremo con le iniziative necessarie, affinché si affermi una cultura della sicurezza in tutte le realtà lavorative del nostro territorio, e non soltanto in alcune», scrive in una nota la Cgil Pordenone

«La tragedia sul lavoro di San Vito al Tagliamento, è l'ennesima mortificazione dei diritti a lavoro che dovrebbero andar di pari passo con la certezza della sicurezza», fa sapere la Fesica, la Federazione dei sindacati dell'industria del commercio e dell'artigianato aderente a Confsal, dopo l'incidente mortale di queste ore avvenuto in un'azienda specializzata nella lavorazione dell'alluminio nella zona industriale di Ponterosso. «L'operaio di 38 anni rimasto schiacciato mentre stava manovrando un 'muletto' - dice il segretario generale Fesica Confsal Bruno Mariani - ha dato purtroppo conferma all'ultimo rapporto Inail del primo quadrimestre del 2021: aumentano gli incidenti sul lavoro, anche quelli mortali. Un dato su cui non possiamo piegarci e su cui non è più sufficiente parlarne».

La politica

«A nome di tutta l'Amministrazione regionale esprimiamo le nostre più sentite condoglianze ai famigliari, agli amici e ai colleghi del giovane uomo morto oggi a San Vito al Tagliamento mentre stava lavorando. Un fatto così grave ci deve spingere a riaffermare il valore assoluto della sicurezza in ambito lavorativo», ha affermato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, commentando la notizia della scomparsa del trentottenne
di Fiume Veneto. «È fondamentale - conclude Fedriga - che la cultura della sicurezza diventi un bene prezioso da coltivare con scrupolo in qualsiasi situazione e contesto professionale».

«Di fronte a una tragedia come questa non ci sono parole, c'è solo il senso amaro di un'ingiustizia senza riparazione, un dolore acre per una giovane vita spezzata mentre portava a casa il pane. I troppi caduti sul lavoro e le loro famiglie meritano che finalmente le cose cambino e che si rompa la catena dei lutti. I duemila nuovi ispettori che arriveranno all'Inail sono il primo passo di una nuova attenzione che deve però coinvolgere tutti i soggetti, dai diversi livelli istituzionali alle imprese», ha commentato la presidente del gruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani, appresa la notizia della morte sul lavoro di un uomo di 38 anni, di Fiume Veneto.

«La morte del giovane uomo, oggi a San Vito, mentre stava lavorando è una notizia che apprendiamo con profonda tristezza, un dramma che colpisce l'intera comunità. Questo ripetersi di morti bianche, non può, né deve assuefarci all’idea che questa interminabile roulette russa sia determinata solo da una bieca casualità o probabilità, ma deve farci riflettere sul necessario e continuo rafforzamento della sicurezza», afferma la consigliera regionale Chiara Da Giau (Pd) esprimendo il proprio cordoglio alla famiglia del giovane lavoratore.

«Nel merito entrerà chi di dovere per dirci come sia possibile morire a 38 anni mentre si lavora. A noi l'obbligo di mantenere alta l'attenzione su questo tema», afferma il capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Cristian Sergo, dopo l’incidente mortale sul lavoro a San Vito al Tagliamento. «A più riprese abbiamo chiesto di riportare il tema della sicurezza sul lavoro al centro dell’agenda politica, non per alimentare polemiche politiche che, tanto più in certe circostanze, non hanno senso e lasciamo volentieri ad altri – continua Sergo -. L’obiettivo deve rimanere quello di garantire gli strumenti, finanziari e di personale, per fare fronte a questa vera e propria emergenza».


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