Ambulanti in rivolta al mercato di Viale Vat: «Nei centri commerciali fanno entrare e qui no»
I commercianti ambulanti sono stremati dalle condizioni che limitano gli accessi nei mercati cittadini e lamentano i trattamenti diversi da comune a comune
Caos questa mattina al mercato di viale Vat, dove una lunghissima fila di persone ha atteso diligentemente all'esterno del mercato mentre i volontari contingentavano - su ordinanza del Sindaco Pietro Fontanini - gli ingressi e all'interno circolavano pochissime persone. Una situazione che si ripresenta così da settimane e che ora ha portato all'esasperazione dei commercianti.
«Fanno entrare due persone per attività: noi siamo in 70 quindi sarebbero 140 persone. Il punto è che ci hanno fatto slittare sui lati per dare più spazio e quindi dentro ci potrebbe stare molta più gente. Invece sono tutti fuori sotto il sole: ci sono persone anziane con le borse, sono situazioni che penalizzano la voglia di venire al mercato», dichiara Dino Contro, commerciante di abiti da donna, che si è fatto portavoce dei colleghi, esasperati da una situazione decisamente penalizzante.
«Ci stanno affossando, non capiscono che noi dobbiamo pagare anche dipendenti e far entrare così poche persone non giustifica nemmeno il fatto di aprire le nostre bancarelle. Dovrebbe essere consentito a ogni ambulante di verificare le distanze davanti ai propri stand. Abbiamo messo strisce e pali che impediscono gli assembramenti: bisogna avere fiducia nelle aziende perché altrimenti ci fanno morire tutti».
La richiesta dei commercianti al Comune di Udine è quella di permettere alle persone di circolare liberamente all'interno del mercato e lasciare a ciascun ambulante l'onere di non far creare assembramenti. «Ogni Comune fa come gli pare, a Palmanova hanno deciso di non fare un perimetro e si è creata un'energia molto positiva, con cittadini e ambulanti felici. Al mercato di viale Vat, invece, la gente è frustrata e stressata, con tutte queste prescrizioni e la coda che si crea: alle persone passa la voglia di venire a fare acquisti».
Per Contro, la situazione per i commercianti ambulanti è paradossale. «Con l'architetto Zamparutti abbiamo pensato a una soluzione per separare le diverse bancarelle, perché ce ne sono alcune che hanno più coda, come quelle del pesce, ma il Comune non ha sentito ragioni e ci ha detto "o così o non si apre il mercato", ma a me pare impossibile che i centri commerciali possano far entrare tutti e far stare ad esempio 13mila persone chiuse all'interno e noi no... cos'è, da loro non entra il virus perché è proprietà privata?».
«Abbiamo parlato anche con Fedriga, per avere regole uguali in tutti i comuni: il punto è che siamo operatori su area pubblica ma se ogni Comune ci chiede cose diverse per sette giorni alla settimana è evidente che non possiamo andare avanti», conclude Contro.
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