Al Friuli la maglia nera della sanità
Gianluca Altavilla, coordinatore NurSind Fvg (Sindacato delle Professioni Infermieristiche), commenta i risultati del ranking Crea 2017 sulle performance sanitarie delle Regioni italiane: «Nessun investimento reale, soltanto parole di ottimismo. Peccato che non realizziamo elettrodomestici, ma produciamo salute».
Mentre Toscana, Lombardia e Veneto si piazzano sul podio di chi ha ottenuto le migliori performance nazionali, il Friuli Venezia Giulia, con Abruzzo, Calabria, Molise e Puglia, ha ottenuto la maglia nera della sanità. A riferirlo la quinta edizione del ranking sui servizi sanitari regionali (Ssr) elaborato dal Crea Sanità - il think-tank dell’Università di Roma Tor Vergata per la ricerca economica sanitaria.
La nota più dolente, secondo Altavilla, riguarda il personale sanitario. «Abbiamo assistito a disincentivazioni regionali per rimanere a lavorare nelle nostre strutture e concorsi per infermieri ogni due anni - rileva -. Se guardiamo al Veneto, i concorsi sono a ciclo continuo. Lo stesso vale per altre professioni (ostetriche). Forse l’assessore regionale non si rende conto che la sanità è fatta da personale sanitario: senza questo non vi può essere salute. Le liste d’attesa si abbattono se c'è personale, non con lo straordinario del personale presente». La situazione più critica è nell'Isontino, «dove la carenza infermieristica è a livelli di chiusura di strutture, con una direzione immobile, che non si è preoccupata di redigere un bando a tempo determinato per infermieri».
«La sanità regionale è da riscrivere, individuando le vere priorità della popolazione - conclude Altavilla -. Non deve essere soltanto un mezzo di campagna elettorale. Le priorità sono allineamento degli standard assistenziali europei con assunzioni reali e concorsi ciclici anticipati da avvisi a tempo determinato al fine di non disperdere le risorse rappresentate dai neolaureati friulani, obbligando le direzioni aziendali a ottemperare, previa decurtazione della produttività del direttore generale.
Servono investimenti, tra i quali robotica farmaceutica e polo unico Rems a Trieste, nonché monitoraggio dell’operato delle direzioni sanitarie»