Economia

Coldiretti Fvg sul Prosek croato: "Un precedente pericoloso"

"Si tratta dell’ennesimo tentativo di plagiare il successo del Prosecco nazionale" osserva Cesare Magalini, direttore regionale dell'associazione di categoria

"Un precedente pericoloso". Ma anche "un intervento in totale contraddizione con una recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea che ha dichiarato illegittimi proprio i nomi truffa che evocano in modo strumentale e ingannevole prodotti a denominazione di origine riconosciuti e tutelati dall’Ue". Lo afferma il direttore regionale della Coldiretti del Friuli Venezia Giulia Cesare Magalini, commentando il via libera alla domanda di registrazione dell’indicazione geografica protetta del Prosek croato. "Si tratta dell’ennesimo tentativo di plagiare il successo del Prosecco nazionale – osserva Magalini – dopo i tentativi smascherati dalla Coldiretti già in passato della vendita di falso prosecco alla spina a quello in lattina, ma anche con imitazioni diffuse in tutti i continenti: dal Meer-secco al Kressecco, dal Semisecco e al Consecco, dal Whitesecco al Crisecco". Un vero e proprio inganno, aggiunge il responsabile del settore vitivinicolo della Coldiretti Fvg Marco Malison: "Inaccettabile come si sia aperta una strada per togliere spazio di mercato al prodotto originale che lo scorso anno, in piena pandemia ha realizzato un valore delle esportazioni superiore al miliardo di euro, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat". Coldiretti Fvg rilancia dunque l’appello del presidente nazionale Ettore Prandini: "È necessario fare presto per fermare una decisione scandalosa che colpisce il vino italiano più venduto nel mondo. Tra l’altro, questo precedente pericoloso rischia di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e sui negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare la denominazione Prosecco dai falsi come in Argentina e Australia". Dopo la pubblicazione in Gazzetta – ricorda la Coldiretti – tutte le parti interessate disporranno di un termine di due mesi per presentare un'obiezione motivata che la Commissione analizzerà prima di adottare una decisione finale.
 
 


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