Economia

Green pass obbligatorio per lavorare, Mareschi Danieli: "Ragionamento impeccabile"

"Va da sé, quindi, che la concessione gratuita dei tamponi a chi, per scelta, non si è vaccinato, non verrà presa in considerazione"

Il green pass sarà obbligatorio per entrare sul posto di lavoro a partire dal 15 ottobre. Il governo prevede di introdurre specifiche sanzioni per chi non rispetterà l'obbligo e anche per i datori di lavoro che non accerteranno la validità del certificato.Sono le prime indicazioni sulle norme che verranno introdotte per il prossimo mese. Per i lavoratori pubblici il governo prevede una differenziazione: chi dichiara di non avere il green pass all'accesso al posto di lavoro sarà sospeso dal lavoro. Mentre chi eluderà il controllo sarà sottoposto a sanzioni disciplinari e pecuniarie a seconda dell'amministrazione. In poche parole le multe saranno applicate per i lavoratori statali. Per il settore privato invece saranno le aziende a doversi far carico del controllo all'ingresso del luogo di lavoro e spetterà alle stesse aziende  valutare in seguito quali iniziative assumere. Sanzioni sono invece previste per gli imprenditori che non controlleranno il certificato dei proprio dipendenti. 

Mareschi Danieli

Sulla decisione si è espressa la presidente di Confindustria Udine, Anna Mareschi Danieli. "Come sempre, il ragionamento del nostro primo ministro è impeccabile. È logico, coerente e lineare. Dal 15 ottobre, l’Italia potrebbe essere il primo Paese europeo in cui per entrare in qualunque luogo di lavoro servirà il green pass. L’orientamento è quello di prevedere il certificato verde per tutti, dipendenti pubblici e privati. Il criterio adottato per definire il perimetro del provvedimento è dunque quello dell’accesso ai luoghi di lavoro. E la ratio dell’estensione generalizzata è quella di incrementare il più possibile le vaccinazioni, prima che arrivi il freddo e la pandemia possa conoscere una nuova fase di recrudescenza. Va da sé, quindi, che la concessione gratuita dei tamponi a chi, per scelta, non si è vaccinato, non verrà presa in considerazione, se si continuerà sulla linea della coerenza. Forse verrà presa in considerazione la calmierazione del prezzo. Ma non lo riterrei opportuno, dato che significherebbe che lo Stato e quindi i cittadini pagano il prezzo o la riduzione del prezzo del tampone per quegli altri cittadini che non si sono vaccinati per ragioni altre da quelle mediche".

Pezzetta 

"La Cgil – commenta il segretario regionale Villiam Pezzetta – non firmerà alcun accordo che preveda elementi sanzionatori legati al mancato possesso del green pass, così come siamo contrari all’introduzione di misure analoghe per decreto, come i sindacati hanno ribadito al presidente del Consiglio". "Siamo convinti che la strada da seguire non sia questa – prosegue il segretario – anche alla luce dei dati relativi ai contagi sul lavoro, che a metà giugno rappresentavano soltanto il 4% del totale, a livello nazionale come in Friuli Venezia Giulia. Ecco perché si possono scegliere strade alternative e condivise con i sindacati, da un ulteriore rafforzamento dei protocolli di sicurezza, che fin qui hanno funzionato bene, al varo di assemblee e iniziative di informazione per promuovere le vaccinazioni tra i lavoratori. Condividiamo infatti l’obiettivo di incrementare il più possibile la percentuale di vaccinati, ma riteniamo che la strada maestra debba essere quella di una legge sull’obbligo vaccinale".


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