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I 10 borghi più belli della Carnia: l'elenco

E' molto letto sul web in questi giorni un articolo del portale 10cose.it. Ecco quanto riportato, tra sorprese ed errori

Se si parla della nostra regione sui mezzi di informazione fa sempre piacere: si promuove il territorio e si valorizzano aspetti che spesso diamo per scontati. Per farlo però si dovrebbe usare un po' più di accortezza, visto che, come in ogni altro angolo d'Italia, le appartenenze e i particolari sono decisivi, ed errate connotazioni potrebbero suscitare polemiche. E' il caso dell'elenco dei "10 borghi più belli della Carnia" elaborato dal portale 10cose.it. Nell'incipit, oltre a celebrare parte del nostro territorio montano, c'è subito qualcosa che stride. 

La Carnia si trova nel nord-ovest del Friuli Venezia Giulia ed è una regione dallo straordinario ambiente naturale. Borghi, torrenti, laghi, Alpi, boschi e vallate offrono occasioni di vacanza in tutti i periodi dell’anno. Si può andare in giro a piedi, a cavallo o in bici in primavera ed estate o godersi le innumerevoli piste di sci in inverno. In un itinerario lungo poco meno di 100 km si alternano alcuni dei borghi più belli d’Italia: Arta con le acque termali, Sauris con il prosciutto, Sutrio con gli artigiani del legno, Venzone “villaggio ideale dove è bello vivere” e molti altri. Un percorso che unisce storia, natura e cucina come scoprirete leggendo questa pagina sui 10 borghi più belli da vedere in Carnia. 

Venzone, come tutti sappiamo, non è nel territorio della Carnia. Probabilmente la cosa è stata già fatta notare agli autori del pezzo, tanto è vero che i borghi in elenco si riducono poi a 9 e non ai 10 annunciati. Andiamo comunque a vedere cos'è stato selezionato nel dettaglio, con qualche altra imprecisione.

Arta Terme

Arta Terme, come suggerisce il nome, è un piccolo centro abitato conosciuto fin dal 52 a.C., quando i Romani che si insediarono a poca distanza da qui scoprirono le virtù delle acque termali di questo luogo. Il borgo è adagiato su di una sorgente di acqua solforosa, che regala cure e benessere da millenni. Oggi Arta è un centro termale e turistico molto rinomato: lo stabilimento termale è aperto tutto l’anno, e grazie alla sua posizione strategica ai piedi del Monte Zoncolan, Arta è anche un centro sciistico attrezzato e la base di partenza per escursioni e passeggiate adatte a tutta la famiglia.

Un week end o una settimana ad Arta Terme sono l’occasione ideale per scoprire il paesaggio incontaminato della Carnia a piedi, in bicicletta o a cavallo. Gli amanti di arte e storia resteranno affascinati da Zuglio, lo lulium Carnicum, la città romana più a nord di Italia: qui si possono visitare i resti di due basiliche paleocristiane e la suggestiva Pieve Matrice di San Pietro. La pieve, considerata la chiesa madre di tutta la Carnia, risale al 1312 e sorge sui resti di edifici religiosi risalenti al V secolo. Tra i tesori custoditi all’interno sono da non perdere il grande Cristo Ligneo del 1550 e la conversione di San Paolo, che risale al 1500.
 

Sauris

Tra i borghi autentici della Carnia, Sauris è unico. Tra Sauris di Sopra e Sauris di Sotto ci sono in tutto 420 abitanti. Le tipiche case di legno e pietra, il prosciutto crudo famoso nel mondo, la birra artigianale e le passeggiate tra lago e boschi secolari rendono Sauris una meta da non perdere in Carnia. I vicoli di Sauris sono silenziosi, curati, punteggiati da chiese e piccole cappelle tra le facciate delle case, decorate con affreschi votivi. In più, Sauris è un’isola alloglotta: significa che i suoi abitanti parlano e si tramandano da secoli una lingua molto particolare, che deriva dal tedesco.

E poi, la sua cucina: da assaggiare gli gnocchi di zucca con ricotta affumicata, il formaggio di malga, prodotto da latte crudo di mucche che pascolano liberamente negli altipiani vicini, e soprattutto il prosciutto IGP di Sauris, affumicato naturalmente con legno di faggio. Queste delizie si sposano perfettamente con le birre del piccolo birrificio artigianale: l’acqua del luogo, ricca di sali minerali, dà vita a una varietà di birre non fermentate che davvero meritano di essere assaggiate.

Tra le tradizioni del borgo c’è il carnevale tradizionale, recuperato negli anni ‘90: per il paese si aggirano variopinte maschere di legno, che insieme al Rölar e al Kheirar ballano al suono delle fisarmoniche. Con i suoi zoccoli di legno, il Rölar percorre tutto il paese spazzando le strade con una scopa di saggina, per scacciare le cose brutte e far spazio alla nuova primavera. A Sauris di Sotto merita una visita il Santuario di Sant’Osvaldo, che risale al 1300: leggenda vuole che nel 1348, la reliquia del Santo qui custodita salvò il borgo da un’epidemia di peste. Gli interni custodiscono numerose opere, tra cui un altare di legno dipinto e dorato del 1524 in stile tardo gotico tedesco. La canonica di Sauris di sotto ospita il Museo di S. Osvaldo, che tra pergamene del ‘400e paramenti sacri documenta la vita religiosa di questa piccola comunità.
 

Sutrio

Sutrio si trova ai piedi del Monte Zoncolan, conta circa 1.300 abitanti ed è famosa per i suoi palazzi settecenteschi perfettamente conservati e armonizzati con il paesaggio, e anche perché è un riuscito esempio di albergo diffuso. Le case del Borgo Soandri sono infatti aperte agli ospiti con tutti i servizi di un vero e proprio albergo, con un’unica reception. Un’occasione perfetta per una vacanza insolita e accogliente allo stesso tempo, grazie all’ospitalità calda e discreta dei carnici.

Da non perdere inoltre il Presepe di Teno: interamente intagliato a mano nel legno, in cui le figure a grandezza naturale si integrano perfettamente nel paesaggio e tra le vie di Sutrio. Questo presepe prende il nome dal suo paziente creatore, il maestro artigiano Gaudenzio Straulino, per tutti Teno. Teno è scomparso nel 1988, dopo aver lavorato alle sue sculture per oltre 30 anni.

Sutrio è sicuramente una delle località più antiche della Carnia, abitata già dai Romani: sul colle di Ognissanti gli scavi hanno recuperato resti di capitelli ionici e ancoraggi di ferro: si pensa che qui dovesse sorgere un castello. Nello stesso luogo si può visitare oggi la suggestiva Pieve di Ognissanti, costruita nel 1806 dall’architetto Francesco Schiavi. I dintorni di Sutrio regalano poi indimenticabili escursioni, come quella dell’anello del Monte Tamai. Qui sono ancora ben conservate le casere, le tipiche strutture di legno in cui i pastori, che portavano le mucche al pascolo in estate in questi luoghi, si fermavano per riposare e produrre il formaggio di malga.
 

Tolmezzo

Tolmezzo è il centro principale dalle Carnia, vero cuore politico e commerciale, tanto da esserne considerato il capoluogo. Curata, perfettamente conservata e ricca di monumenti e cose da vedere, Tolmezzo sorge ai piedi del Monte Amariana, che con la sua particolare forma triangolare è il simbolo della città.

Distrutta dal terremoto del 1976 e ricostruita da zero con criteri antisismici, Tolmezzo è uno dei centri più antichi della Carnia grazie alla sua posizione: si trova infatti lungo l’antica Via Aurelia di epoca Romana, che collega l’Italia con l’Austria. Anche per questo merita una visita: i sentieri lungo le sue montagne, oggi curati dal CAI (Club Alpino Italiano), seguono il tracciato delle trincee scavate dagli alpini nella Prima Guerra Mondiale. Tolmezzo paese di Alpini quindi, fiero e generoso, ma anche ospitale.

Il suo centro storico, il Borgàt, è un susseguirsi di negozi, botteghe e palazzi settecenteschi. Da non perdere in città il Duomo di San Martino, eretto nel 1764, e la Chiesa di S. Caterina, che risale al ‘400 ed è stata ricostruita nel ‘700. All’interno custodisce una preziosa pala del 1537 che rappresenta lo sposalizio di Santa Caterina.

Per scoprire invece la vita, la storia, le usanze e le tradizioni della Carnia, invece, merita una visita il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari. Qui, dal 1921, sono raccolti attrezzi, arredi, utensili e perfino ricostruiti accuratamente gli ambienti tipici delle case carniche.

Pesariis

C’è un pezzo di Carnia in tutte le stazioni ferroviarie italiane. La gran parte dei classici orologi a palette, infatti, proviene dalla Solari di Pesariis. Oggi la Solari è uno dei principali fornitori di orologi per stazioni, aeroporti e autostrade nel mondo, e la piccola frazione di Prato Carnico, con meno di 200 abitanti, dal 2000 è ufficialmente il paese degli orologi.

Questo perché la tradizione orologiaia del piccolo borgo esiste almeno dal 1700. Oggi Pesariis merita una visita perché lungo le strade del paese sono esposti 12, monumentali orologi di tutti i tipi, veri e propri capolavori, ciascuno con una sua tecnologia e una sua storia, e perché ospita la Mostra dell’Orologeria, praticamente unica nel suo genere in Italia. Tra gli orologi monumentali che si possono ammirare in giro, meritano una menzione l’orologio ad acqua a turbina, quello con carillon e l’orologio di Leonardo Da Vinci. In particolare, l’orologio ad acqua a turbina funziona grazie ad un mulino ad acqua, mentre quello di Leonardo Da Vinci riproduce fedelmente il meccanismo con peso e catenella ideato dal genio fiorentino. La mostra dell’orologeria, che fa parte delle rete dei musei della Carnia, documenta la storia del paese attraverso i suoi orologi dal 1600 ad oggi. Tra pezzi da non perdere, il celebre “Cifra 3“, prodotto dalla Solari ed esposto anche al MoMa di New York.

È bello trascorrere almeno una mezza giornata a Pesariis, per passeggiare a piedi ammirando l’architettura tipica e per scoprire nel dettaglio come si viveva nel 1600 e nel 1700 da queste parti: la Casa Bruseschi, un perfetto esempio di residenza signorile carnica, oggi è aperta al pubblico e ospita un piccolo museo etnografico. Tutto intorno a Pesariis, poi si aprono i boschi e le vallate ai piedi delle Dolomiti Friulane, in un territorio unico, custodito e conservato con molta cura dagli abitanti.

Dove: Pesariis è una frazione di Prato Carnico e dista 76 km da Udine: si raggiunge in autostrada da Udine tramite la A23 Udine – Tarvisio, uscita Carnia- Tolmezzo, proseguendo sulla SS 52 direzione che porta a Forni Di Sopra e a Tolmezzo.

Ravascletto

Il piccolo centro abitato di Ravascletto (566 abitanti) in Carnia fa parte dell’associazione borghi autentici d’Italia e merita una visita per il panorama, le piste da sci, le escursioni e il fascino del borgo.

Ravascletto risale alla fine del Duecento e oggi offre ben 12 impianti di risalita che raggiungono i 1700 metri del Monte Zoncolan. Per questo è uno dei centri sciistici invernali più frequentati della Carnia, ma Ravascletto sa regalare emozioni anche a chi non scia: nel periodo tra le due guerre è stata realizzata la Panoramica delle Vette. Si tratta di una strada comunale di più di 30 km, che si può percorrere in auto con vari punti di sosta e tocca tutte le cime e i punti di osservazione più belli dei dintorni. Gli appassionati di montagna la definiscono uno dei sentieri montani più belli del Friuli Venezia Giulia: lungo questa via, infatti, si raggiungono i 2.000 metri di quota e il panorama spazia a 360° sul Monte Coglians, le Dolomiti Friulane, i due piccoli laghi del territorio e perfino le cime del Grossglockner in Austria.

Sci, montagna ed escursioni indimenticabili quindi, ma anche un centro molto curato e fermo nel tempo, in cui passeggiare ammirando alcuni edifici tipici della zona, come la Casa di Baldisâr a Ravascletto e la Casa di Parigijn nella frazione di Zovello, con un affresco del 1600, o la Chiesa di San Matteo Apostolo, che risale al Settecento e custodisce sculture di legno del 1600.
 

Forni di Sopra

La Perla delle Alpi, come è stata definita Forni di Sopra dal Programma Europeo per lo Sviluppo nelle Aree Montane, è il cuore delle dolomiti friulane e uno dei centri di sport invernali più rinomati del Friuli Venezia Giulia. Forni di Sopra è inserita nell’ambiente protetto del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, a 900 m sul livello del mare: da qui partono le seggiovie per i 15 km di piste della zona e per escursioni e passeggiate.

Da non perdere il Giro delle Malghe: a piedi, in bici o con le “ciaspole” in inverno, l’itinerario tocca i punti più belli delle cime che dominano Forni di Sopra permettendo di ammirare il paesaggio delle Dolomiti e di assaporare e acquistare latte e formaggi prodotti ancora come una volta.

A quota 1751 poi, il Clap Varmost, una delle cime delle Dolomiti Friulane, offre l’unica ferrata sportiva del Friuli Venezia Giulia: l’occasione perfetta per cimentarsi nella salita su roccia. Gli amanti dell’avventura, poi, resteranno affascinati dal Dolomiti Adventure Park: funi, passerelle e tuffi dagli alberi in tantissimi percorso attrezzati per grandi e piccoli.

Il centro abitato di Forni di Sopra, invece, è diviso in tre borghi principali ed è caratterizzato da edifici di legno e pietra sparsi tra piazze e vicoli, con grandi terrazzi che un tempo si usavano per far seccare il fieno. Nel borgo di Andrazza merita una visita la chiesetta di S. Vito, eretta intorno al 1600, mentre Borgo Cella è la zona più antica: l’esistenza della chiesa di S. Teodoro è documentata già nel 1205. Borgo Vico è invece la località principale ed ha subito varie modifiche in seguito ad un alluvione e una serie di incendi nel corso degli anni. Oggi è un borgo principalmente residenziale e di può visitare la Chiesetta di San Giacomo, che risale al 1491.

Ampezzo

Ampezzo, da non confondere con la blasonata Cortina d’Ampezzo che si trova in Veneto, è uno dei centri carnici più importanti e più antichi. Famoso per i borghi medievali ben conservati e per le sue abitazioni tipiche, Ampezzo viene citato per la prima volta nel 762 come vicus Ampicio e si trova a 560 metri di altezza, inserito nella cosiddetta Foresta di Ampezzo, che comprende alcuni tra i boschi secolari più belli della Carnia.

In centro merita una visita il duomo di San Daniele Profeta, del 1800, che conserva opere di Nicola Grassi e un altare barocco del 1641. La pinacoteca Davanzo poi raccoglie le opere del pittore paesaggista di Ampezzo Marco Davanzo, mentre il Museo geologico di Ampezzo permette di scoprire la storia di questa terra da 450 fino a 40 milioni di anni fa con rocce, fossili, mostre e laboratori a tema per bambini e ragazzi.

La storia della Resistenza rivive poi a Palazzo Angelo Unfer. Già sede nel 1944 della Zona Libera della Carnia e dell’Alto Friuli, oggi il palazzo è la sede di una mostra Fotografica e di documenti legati alla Resistenza.

Il fascino della tradizione è ben evidente nei borghi storici di Ampezzo, in particolare a Oltris e Voltois: poco lontani dal centro, questi borghi sono rimasti intatti nella loro struttura medievale.Il territorio e le valli circostanti si esplorano poi con una serie di sentieri attrezzati con vari gradi di difficoltà: turistico, escursionistico, escursionista esperto.
 

Raveo

Raveo è uno dei borghi autentici più piccoli della Carnia. Con soli 469 abitanti, Raveo si trova in una valle soleggiata in un territorio che va dai 300 ai 2.064 metri di quota.

Il borgo di Raveo
Il borgo di Raveo
Piccolo, ma ricco di storia: gli scavi hanno documentato l’esistenza di un villaggio celtico dove ora sorge Raveo, poi diventato romano. Durante la Seconda Guerra Mondiale poi, Raveo fu teatro di una dura battaglia tra cosacchi e partigiani con la vittoria di questi ultimi, mentre il sisma del 1976 ha lasciato intatto solo una parte del fascino antico delle sue maestose case di pietra, oggi nascoste dall’abitato moderno.

Raveo è famosa in Carnia per la rassegna Sapori di Carnia, che si tiene ogni anno nella seconda domenica di dicembre. Tutto il paese di veste a festa: rassegne, banchetti, mercatini danno la possibilità di assaporare vere rarità, come la marmellata di olivello spinoso che si produce qui, la grappa al radicchio di montagna e la polente e brume, cioè una polenta morbida con panna scremata proveniente dal latte munto la sera prima.

I dintorni di Raveo meritano una visita per il Santuario della Madonna del Monte Castellano: eretto nel 1619 sui resti di una vecchia chiesa, sorge sul luogo in cui si narra che sia apparsa la Vergine Maria. Dietro al Santuario si erge l’ex Romitorio di Monte Castellano, fondato dai frati Francescani nel 1686.

In località Pani, invece, sull’altopiano si possono ammirare i resti dei rustici tipici della Carnia: le case rurali con i fienili usate dai pastori fino a pochissimo tempo fa.


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