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I "bimbi invisibili": uno spettacolo teatrale sui figli di migranti irregolari

"Nelle mani degli dei. L'Odissea di un bimbo invisibile" è il titolo dello spettacolo teatrale in scena a Udine che parla dei bambini figli di migranti irregolari, scritto da Giuseppina Trifiletti, con la regia di Daniela Zorzini e la partecipazione dell’attore Francesco Cevaro.

Lo spettacolo

Nell'ambito del Festival dello sviluppo sostenibile, in programma dal 22 settembre all'8 ottobre in tutta Italia e in rete, l'appuntamento è organizzato dall'Università degli Studi di Udine. L'ingresso allo spettacolo è libero e gratuito fino a esaurimento dei 100 posti consentiti. Si consiglia la prenotazione scrivendo all’indirizzo mail francesco.bilotta@uniud.it . L’organizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione del parroco di San Quirino, don Claudio Como, e di tutti i volontari della parrocchia.

Riflessione

Lo spettacolo offre un’occasione per far conoscere e per riflettere sulla condizione delle bambine e dei bambini nati in Italia che non vengono registrati all’anagrafe, in quanto figli di migranti irregolari. «In base alla legge sull’immigrazione, infatti – spiega Francesco Bilotta del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’ateneo friulano –, è necessario il permesso di soggiorno per registrare all'anagrafe i neonati, sicché le persone migranti irregolari non si recano all’anagrafe per non essere esposte al rischio di espulsione o ad altre forme di grave penalizzazione. Per tale motivo, queste bambine e questi bambini sono privi del certificato di nascita e diventano bimbi senza nome, discriminati, esclusi e privati di ogni diritto e protezione».

Obiettivo giustizia

In linea con le tematiche del Festival dello sviluppo sostenibile, «lo spettacolo – sottolinea Francesco Marangon, delegato del rettore per la Sostenibilità e referente dell’Ateneo di Udine per la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (Rus) – intende offrire a tutti l’opportunità di riflettere su uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite. Il sedicesimo obiettivo, infatti, è dedicato alla promozione di società pacifiche e inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile, e si propone di fornire l’accesso universale alla giustizia, e a costruire istituzioni responsabili ed efficaci a tutti i livelli. Sembra incredibile pensare che nel nostro Paese possano vivere ancora persone non registrate alla nascita, ma è un problema reale che va affrontato e risolto».

Bimbi fantasma

«Si può parlare di diritti fondamentali attraverso un linguaggio accessibile a tutte e tutti come è quello di uno spettacolo teatrale – sottolinea Marina Brollo, delegata del rettore per il Trasferimento della conoscenza e coordinatrice del Laboratorio Lavoro presso il Dipartimento di Scienze giuridiche –. La ricerca giuridica serve proprio a far emergere e proporre soluzioni ai problemi della quotidianità. La condizione dei bambini e delle bambine fantasma contrasta con una cultura inclusiva dei diritti prima ancora che con l’Agenda 2030 delle Nazioni unite».


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