"1968-1978: le alternative della pittura" a Casa Cavazzini
Prosegue il ciclo di conferenze “Tempo presente. Forme e narrazioni della contemporaneità” del museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine. Giovedì 11 dicembre alle 17.30 Casa Cavazzini ospiterà l’intervento del docente dell’università di Udine, Fabio Belloni, sul tema “1968-1978: le alternative della pittura”. L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Educare all’arte Scuola/Museo” attivato dai Civici Musei grazie alla collaborazione con l’ateneo friulano, la cooperativa Altreforme e con il sostegno della Fondazione Crup.
In tempi di intense sperimentazioni mediali nei quali diventava un imperativo superare le tradizionali soglie del quadro, quali strade si aprirono per chi si ostinava a lavorare con tavolozza e pennelli? Di pittura, negli anni Settanta, si discusse molto: per biasimarla, osteggiarla, talvolta difenderla. Dipingere, d’altra parte, era un gesto che suscitava diffidenze dopo la mobilitazione sessantottesca. Sembrava obsoleto, superato da quanto nel frattempo era accaduto attorno. Sembrava, soprattutto, un inaccettabile compromesso con il mercato. Eppure non furono pochi quanti si spesero per riabilitare quella tecnica, riconoscendole un diritto di esistenza anche negli ambienti di avanguardia. Per buona parte del decennio – almeno sino al 1978 – le alternative della pittura sembrarono ridursi a due, tra loro irriducibili per intenti, esiti e protagonisti: una figurazione dall’iconografia spiccatamente politica e una severa astrazione memore delle esperienze americane.