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La città di Aquileia celebra i suoi 2200 anni di fondazione con la mostra "Magnifici Ritorni"

Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia ospita la mostra “Magnifici Ritorni. Tesori aquileiesi dal Kunsthistorisches Museum di Vienna” per festeggiare i 2.200 anni dalla fondazione della città romana. La mostra e il catalogo edito da Gangemi sono curati da Marta Novello, Cristiano Tiussi e Georg Plattner.

La mostra

Grazie ai 110 reperti del Kunsthistorisches, l'esposizione rappresenta un viaggio nel tempo che trasporta tutti i visitatori nell'Aquileia di 2.200 anni fa, ma anche nell'Aquileai dell'Ottocento, quando la città era parte dell’Impero asburgico e le raccolte viennesi rappresentavano l’alternativa istituzionale al collezionismo privato delle famiglie locali e alla dispersione del materiale sul mercato antiquario. "Il percorso espositivo si snoda al piano terra e al secondo piano del Museo Archeologico Nazionale recentemente riallestito – come sottolinea Luca Caburlotto, direttore del Polo Museale del Friuli Venezia Giulia – i capolavori in arrivo da Vienna ricongiunti al loro contesto di rinvenimento e di utilizzo ne completano la narrazione; dialogando all’interno delle singole sezioni con tutti quei materiali via via confluiti, per strade diverse, nella collezione permanente, essi contribuiscono così a fornire un ulteriore tassello alla ricostruzione della storia della città antica".

Le opere

Tra le diverse opere in esposizione, spicca il rilievo marmoreo con la rappresentazione di Mitra Tauroctono, con il berretto frigio, il serpente, lo scorpione e l'uccisione del toro sacro che riporta agli antichi culti che hanno segnato la storia dell'umanità, giunti ad Aquileia dopo un lungo viaggio da Oriente, dall’India e dalla Persia dove il culto a lui dedicato, misterico e iniziatico, era nato secoli prima. Tra i reperti di maggior pregio si distinguono, poi, la patera in argento, l’eccezionale piatto dalla complessa raffigurazione allegorica riconducibile a temi dell’abbondanza e della celebrazione dell’agricoltura, donato nel 1816 all’imperatore d’Austria Francesco I dal conte Francesco Leopoldo Cassis Faraone, e la croce in bronzo del IV secolo con il monogramma dato dall’intersezione delle iniziali del nome greco di Cristo donata a Vienna dal barone Ettore von Ritter verso la metà dell’800. In mostra anche molti materiali preziosi: gemme, monete, bronzi, tra i quali spicca la raffinatissima gemma verde con un ritratto femminile dalla complessa acconciatura ispirata dalle mode in voga tra le principesse della famiglia imperiale, oggi incastonata in una montatura in oro di età moderna o la pasta vitrea con la raffigurazione del Circo Massimo di Roma ora montata su un elemento moderno in argento.

Grazie al sostegno della Fondazione Aquileia si è reso possibile anche il restauro della cosiddetta Venere di Aquileia, che dopo una lunga permanenza nei depositi viennesi finalmente può finalmente essere esposta. Rinvenuta nel febbraio del 1824 e venduta nel 1828 alle collezioni imperiali a Vienna, la statua rappresentata la dea nuda, con il solo mantello che avvolge il corpo all’altezza dei fianchi. Tra le opere lapidee del percorso espositivo – esposte al piano terra - spicca un rilievo frammentario in marmo bianco di cospicue dimensioni, che rappresenta una scena di sacrificio rituale di un toro dinnanzi a un altare. Sul frammento, stilisticamente databile alla fine del I secolo d.C., sono rappresentati tutti i momenti salienti di un sacrificio alle divinità da parte di due personaggi, forse i magistrati della colonia o alcuni membri della famiglia imperiale.


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