"Trê zovini’" di Somaglino al Pasolini di Cervignano
Nato da un intenso percorso produttivo, avviato da un laboratorio artistico al Teatro S. Giorgio di Udine e giunto al Mittelfest la scorsa estate, lo spettacolo Trê zovini’ scritto da Massimo Somaglino e Carlo Tolazzi in lingua friulana, ispirato al racconto Na dì di vora di Novella Cantarutti e interpretato dalle attrici Chiara Benedetti, Sara Rainis e Aida Talliente dirette dal regista Massimo Somaglino, approda sabato 13 dicembre (ore 21) al Teatro Pasolini di Cervignano del Friuli.
Prodotto dal CSS Teatro stabile di innovazione del Fvg con il sostegno di Arlef, l’Agjenzie regjonal pe lenghe furlane, Trê zovini’ prende ispirazione dai panorami letterari e linguistici della scrittrice e poetessa Novella Cantarutti, sviluppando le scene nei luoghi della socialità friulana, tra naturalismo poetico e concretezza della quotidianità, immergendo le protagoniste in un’atmosfera di stranezza, comica e onirica assieme. Sulla scena le tre donne si trasformano continuamente, diventando di volta in volta giovani e vecchie, stanziali e viaggiatrici, madri e figlie, collegando tra loro passato e futuro attraverso racconti, dialoghi, azioni, in una composizione scenica dal taglio moderno in una lingua friulana viva, nuda, cristiana, rustica e essenziale. Una trasformazione che avviene anche attraverso il canto, in un percorso di ricerca musicale realizzato in collaborazione con la compositrice Claudia Grimaz.
Una drammaturgia “a quadri” espone i risultati di una profonda ricerca che dal mondo antico, duro, austero ma potente delle popolazioni che abitano la montagna, attraverso i riconoscimenti e le testimonianze che ne segnano i tratti salienti e si trasmettono attraverso le epoche e le discendenze, confermano le appartenenze dei popoli ai propri antenati. Le relazioni di sangue sono intrecciate alle relazioni culturali e formano legami profondi che provengono dal passato e ci proiettano nel futuro.
“Io mi impongo di guardare al passato per recuperarlo senza farlo oggetto di nostalgia, per renderlo attivo così che possa ancora operare in me, aiutarmi a continuare a vivere. Questo intendo per fedeltà: continuare a essere quello che si è stati” Novella Cantarutti