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I Volti di Palmira in mostra al Museo archeologico di Aquileia

La mostra i Volti di Palmira ad Aquileia, che sarà visitabile dal 2 luglio al 3 ottobre nel Museo archeologico nazionale di Aquileia, è stata curata da Marta Novello e Cristiano Tiussi e nasce dalla collaborazione tra il Polo museale del Friuli Venezia Giulia e la Fondazione Aquileia. L'intento dell'esposizione è far emergere l'unità culturale che, attraverso la contaminazione di modelli eterogenei nelle pur diverse espressioni formali, costituì la peculiarità del mondo romano e sulla quale si vuole porre l'accento, utilizzando a questo scopo il gioco di sguardi che l'allestimento contribuisce a sottolineare, per superare le ferite che in questi ultimi anni sono state inflitte al patrimonio culturale universale. 

Inoltre, esiste un preciso parallelismo tra Palmira e Aquileia, dato che anche quest'ultima era una città di commerci e di confine, collegamento con l'Oriente dell'Impero Romano, dato che proprio da Aquileia raggiunsero Roma contaminazioni orientali che ebbero influssi profondi sull'Impero in termini di idee, canoni artistici e sensibilità. A conferma di relazioni frequenti e molto vitali, nell'antica Roma fioriva una solida comunità palmirena, come dimostrano il bassorilievo con iscrizione prestato per l'occasione dai Musei Capitolini. Il carattere di Palmira quale vivace crocevia di idee, aspirazioni, usi e costumi, di correnti formali e stilistiche locali, orientali, ma anche greche e romane, ha dato forma all'immagine che i suoi abitanti hanno voluto lasciare di sé attraverso i monumenti funerari. Fra i materiali maggiormente significativi dell'arte palmirena, i rilievi funebri rivestono un ruolo di grande importanza nell'affermazione della fama mondiale della città. La mostra vuole far conoscere gli antichi cittadini del mondo, indicandone mansioni e ruoli.

Le ferite e i reperti di Palmira in mostra ad Aquileia

Un esempio è la raffinata testa proveniente dai Musei Vaticani in cui la mansione di sacerdote è riconoscibile dal copricapo tronco-conico (modius) considerato proprio dei sacerdoti di Bel, o la testa che arriva dalla Custodia di Terra Santa ornata da una corona di foglie e bacche di alloro fissata da un medaglione. Inoltre, anche commercianti e funzionari della pubblica amministrazione, riconoscibili da un foglietto di papiro in mano, saranno presenti nelle sale del Museo archeologico nazionale di Aquileia. Rilevante inoltre, l'universo femminile di Palmira ben rappresentato nella mostra da cinque dame elegantemente vestite, acconciate e ornate di suntuosi gioielli. Pur mantenendo caratteri spiccatamente orientali, i rilievi palmireni condividono forme e modalità di auto-rappresentazione comuni a tutto l'Impero Romano. L'occhio attento potrà notare la diversità di stili e le abitudini simili, così come la comune scarsa caratterizzazione fisionomica dei volti. Gli aquileiesi appaiono modesti, quasi schivi a confronto degli abitanti di Palmira che trasmettono invece un senso di sicurezza e di compiacenza dovuto anche alla compattezza e impenetrabilità tipica dell'arte provinciale e in particolare orientale. Si potrà quindi ammirare l'inconfondibile stile scultoreo caratteristico delle botteghe palmirene che quasi ritaglia nella materia in modo minuzioso i dettagli decorativi.

La mostra ha ricevuto il patrocinio della Commissione nazionale italiana per l'Unesco, del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e del ministero degli Affari esteri e cooperazione internazionale. L'esposizione sarà visitabile dal 2 luglio al 3 ottobre 2017 nel Museo archeologico nazionale di Aquileia (in via Roma 1), da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.30, al costo di 6 euro per il biglietto intero e 3 euro per il ridotto.  

"Le meraviglie archeologiche di Palmira devono essere un patrimonio e una memoria comune dell'umanità, quindi dobbiamo preservarle e ricostruirle laddove sono state distrutte dagli attacchi terroristici".  A dichiararlo la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, alla presentazione della mostra Volti di Palmira ad Aquileia, tenutasi a Roma alla presenza, tra gli altri, del ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario
Franceschini, e del presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi.  "Queste iniziative - ha aggiunto Franceschini - si inseriscono perfettamente nelle strategie che il nostro Paese ha deciso di imboccare sul tema della diplomazia culturale a livello internazionale". L'evento espositivo costituirà, inoltre, l'occasione per  restaurare i reperti concessi in prestito dalla Custodia di Terra Sancta, con un intervento finanziato e coordinato dal Polo museale del Friuli Venezia Giulia che consentirà di restituire i rilievi pronti per la loro esposizione nel nuovo allestimento del Terra Sancta Museum. Come ha chiarito il presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi, l'obiettivo dell'iniziativa è "attirare l'attenzione dell'opinione pubblica e dei governanti sulla gravità del danno che viene inferto all'identità culturale italiana, mediterranea ed europea. Il Mediterraneo di 1.800 anni fa costituiva un'identità culturale importante, dove si muovevano liberamente idee, influssi religiosi e canoni artistici. Nel 2017, quando la convivenza intorno a quel bacino è sottoposta a tante minacce, è estremamente positivo parlare di capacità di convivenza e di influssi reciproci".


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