Politica

Infrastrutture: al via un percorso condiviso per la pianificazione Fvg

Amirante: "Interporti devono essere sempre più protagonisti nello sviluppo dell'intermodalità del Friuli Venezia Giulia". Saranno le università di Udine, Trieste e Venezia a fare la mappatura delle zone produttive del territorio

Foto di repertorio

"Gli interporti devono essere sempre più protagonisti nello sviluppo dell'intermodalità del Friuli Venezia Giulia". Queste le parole dell'assessora alle Infrastrutture e Territorio Cristina Amirante . "Abbiamo iniziato un percorso con tutti i portatori di interesse che ci porterà a realizzare in stretta sinergia sia il Piano di governo del territorio (Pgt) sia il Piano delle infrastrutture di trasporto, della mobilità delle merci e della logistica (Pritmml). Strumenti di pianificazione fondamentali per la crescita della nostra Regione in una prospettiva di medio-lungo periodo che vogliamo definire in tempi rapidi". 

Cabina di regia regionale

"Per coordinare al meglio queste attività così complesse vogliamo istituire una cabina di regia regionale che possa rappresentare al meglio i soggetti interessati, le associazioni datoriali e i diversi stakehoder - ha proposto Amirante -. A livello nazionale continueremo invece a partecipare agli Stati generali della logistica del Nord-Est dove siedono anche i rappresentanti e i tecnici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti".

La mappatura

"Per avere una buona base di partenza - ha ricordato l'assessore -, abbiamo affidato alle Università di Trieste, Udine e Venezia una puntuale mappatura delle zone produttive del nostro territorio. Un'analisi che ci ha messo nelle condizioni di comprendere meglio quali siano le criticità da un punto di vista delle infrastrutture, in particolare quelle stradali e ferroviarie". "Gli strumenti di pianificazione che andremo ad adottare - ha sottolineato Amirante - dovranno essere necessariamente flessibili e in grado di assorbire eventuali nuove crisi internazionali. I Piani dovranno inoltre permettere a quelle realtà che ne hanno bisogno di espandersi anche da un punto di vista urbanistico, senza però consumare nuovo suolo. Un risultato - ha aggiunto l'esponente della Giunta Fedriga - che potremo raggiungere riducendo le zone industriali e artigianali non operative".
 


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