"In another country", il film firmato Tucker arriva nelle sale italiane
La sorridente commedia di Hong Sang-soo, interpretata da Isabelle Huppert uscirà il 22 agosto. A Udine e a Pordenone l'anteprima con la rassegna dedicata al regista sudcoreano, per la prima volta distribuito in Italia
Inserito dai Cahiers du Cinéma tra i cinque migliori titoli del 2012, e interpretato dalla sempre splendida Isabelle Huppert, In Another Country sta per approdare nelle sale italiane grazie alla Tucker Film. Diversamente dalla Francia, dove Hong Sang-soo è ormai da tempo considerato un'icona, è la prima volta che un'opera dell’eccentrico regista sudcoreano viene distribuita nel nostro Paese.
Non resta che aspettare, quindi, il 22 agosto: un’occasione preziosissima non solo per conoscere più da vicino il talento di Hong Sang-soo, pilastro del rinascimento cinematografica coreano assieme a giganti come Park Chan-wook o Kim Ki-duk, ma anche per ammirare Isabelle Huppert alle prese con un film (una commedia balneare) e un contesto (la Corea del Sud) decisamente inusuali. Così diversi, e così entusiasmanti, che la musa di Chabrol ha tenuto un meticoloso diario di lavorazione
Cinema dell’essenziale, cinema dei desideri, cinema del gioco: ecco In Another Country. Un divertito esercizio di stile per una delicatissima variazione sul classico tema delle geometrie sentimentali. Anzi: le variazioni, per essere precisi, sono tre. Tante quante le storie che Hong Sang-soo ricama addosso alla Huppert, lontanissima dall’algida Pianista hanekiana, moltiplicando il suo personaggio e la sua vita. Tre diverse Anne, dunque, e tre diverse vite attorno a cui ruotano discorsi, figure e situazioni che si ricombinano come in una partitura musicale.
L’altro paese del titolo è la città marittima di Mohang, dove la francese Huppert deve misurarsi con orizzonti (geografici, linguistici e, ovviamente, umani) che non le appartengono, ma è, soprattutto, la metafora di un destino, i tre destini di Anne, che prendono forma (con grazia e umorismo) nell’ordinaria quotidianità descritta dal regista. Un continuo scambio di simmetrie, garbato e compiaciuto, che riporta volutamente alla migliore grammatica espressiva d’Oltralpe (pensiamo a Resnais, per esempio, o a Rohmer) e che invita a riflettere sugli altri paesi che ognuno porta dentro di sé.
Dopo quasi vent'anni di carriera e dopo le numerose partecipazioni a Cannes, Berlino e Venezia, sempre applaudite dalla critica, Hong Sang-soo rimane ancora un pianeta parzialmente inesplorato dalle platee occidentali e assente in Italia. E l’arrivo di In Another Country, anticipato a Udine e Pordenone dalla bella rassegna Hong Sang-soo: piccolo ritratto di un grande maestro (tre film sotto il segno della Tucker: Hahaha, Oki’s Movie, The Day He Arrives), rappresenta un’occasione fondamentale per accorciare finalmente le distanze.